VERONA: Il Campiello – Ermanno Wolf-Ferrari, 20 marzo 2024 a cura di Silvia Campana

VERONA: Il Campiello – Ermanno Wolf-Ferrari, 20 marzo 2024 a cura di Silvia Campana

  • 24/03/2024

Il Campiello

Ermanno Wolf-Ferrari

Una commedia lirica con un nuovo allestimento di Fondazione Arena di Verona


Direttore Francesco Omassini

Regia Federico Bertolani

 

Personaggi e Interpreti:

  • Gasparina Bianca Tognocchi
  • Dona Cate Panciana Leonardo Cortellazzi
  • Lucieta Sara Cortolezzis
  • Dona Pasqua Polegana Saverio Fiore
  • Gnese Lara Lagni
  • Orsola Paola Gardina
  • Zorzeto Matteo Roma
  • Anzoleto Gabriele Sagona
  • Il Cavaliere Astolfi Biagio Pizzuti
  • Fabrizio dei ritorti Guido Loconsolo

Scene Giulio Magnetto

Costumi Manuel Pedretti

Luci Claudio Schmid

 

Teatro Filarmonico di Verona, 20 marzo 2024


Felice ed indubbiamente coraggiosa la scelta della Fondazione Arena di Verona che ha scelto di inserire nella corrente stagione una suo nuovo allestimento de “Il Campiello” di Ermanno Wolf-Ferrari, titolo di rarissima esecuzione.

photo©Ennevi

Tratta dalla pièce omonima goldoniana su libretto di Mario Ghisalberti, l’opera ebbe il suo debutto al Teatro alla Scala nel febbraio del 1936 ma, nonostante la felice scrittura e la diversificata e cangiante musicalità, non riuscì mai ad entrare stabilmente nel repertorio popolare.

Bene ha fatto dunque il teatro veronese a procedere sulla sua strada proponendo (in contrapposizione ad un Festival areniano dalla programmazione sempre più popolare) un percorso diverso che dovrebbe portare gli abbonati ad approcciare titoli desueti ma non per questo meno interessanti. Certo per ottenere questo risultato anche il pubblico dovrebbe essere più collaborativo e rispondere con maggior partecipazione a tale scelta o forse anche la Fondazione stessa mediante un progetto mirato potrebbe cercare di coinvolgere maggiormente la città.

photo©Ennevi

In questo caso la platea della recita settimanale del mercoledì era solo in parte gremita e, data anche la popolarità del soggetto goldoniano, la recita avrebbe dovuto registrare se non l’esaurito almeno una sala piena. La regia poi, come si vedrà, era impostata con grande buon gusto ed eleganza quindi la colpa non è da ricercarsi nella sua modernità ma piuttosto nell’abitudine del pubblico ad un ascolto sempre più rituale e meno teatrale che porta ad un progressivo rifiuto di tutto ciò che non si conosce: questo dispiace molto, in particolare per una città così ricca di arte e di cultura e sempre aperta alle novità come Verona. Sperando che questa tendenza posso invertirsi, pur lentamente, veniamo a questo gradevole spettacolo.

photo©Ennevi

Federico Bertolani, coadiuvato dalle preziose scene di Giulio Magnetto e dai raffinati costumi di Manuel Pedretti, sembra impostare la sua regia sulla relazione tra un campiello fedelmente ricostruito e l’idea stesso di Venezia, visualizzata attraverso tutta una serie di significativi siparietti che, svelati sul fondo della scena, alludono alla sua lunga storia partendo dalla Commedia dell’arte fino alla contemporaneità del Mose e delle Navi veloci.

È infatti quasi una filosofia di vita quella veneziana che, nonostante lo scorrere del tempo, sembra costantemente segnare il carattere della città rendendola un vero personaggio dell’opera.

Ottimo il cast impegnato in palcoscenico.

photo©Ennevi

Bianca Tognocchi è dotata di un timbro dal bel colore e dalla morbida grana che le consente di caratterizzare efficacemente la simpatica e civettuola Gasparina. Molto bene anche la Lucieta di Sara Cortolezzis che la interpretava evidenziandone a tratti la capricciosa indole mentre Lara Lagni quale Gnese ha esibito una bella intensità espressiva.

Assolutamente irresistibili sia scenicamente sia musicalmente Leonardo Cortellazzi e Saverio Fiore, rispettivamente impegnati a tratteggiare i due caratteri en travesti delle matrone veneziane Dona Cate Panciana e Dona Pasqua Polegana, mentre Paola Gardina vestiva i panni di Orsola con estrema professionalità e misura.

photo©Ennevi

Nei panni dell’irascibile e geloso Anzoleto Gabriele Sagona ha mostrato convincente esuberanza, mentre il suo presunto rivale Zorzeto trovava nella bella ed assai interessante vocalità di Matteo Roma il suo tratto distintivo.

Quale Cavaliere Astolfi Biagio Pizzuti ha confermato la sua morbida timbrica unita ad una espressività nel fraseggio sempre morbida e cangiante e ben si portava anche Guido Loconsolo che ha tratteggiato con convincente teatralità il burbero zio di Gasparina Fabrizio dei Ritorti.

 Bene il coro della Fondazione diretto da Roberto Gabbiani.

photo©Ennevi

Francesco Ommassini felicemente trovava in orchestra tutte le sfumature di una partitura dalle diversificate cromie ottenendo un amalgama assai compatto ed omogeneo.

Applausi assai convinti e partecipati da parte del pubblico presente in sala e speriamo davvero che ciò sia di buon auspicio.

Silvia Campana

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