TEATRO ALLA SCALA: L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti – 17 novembre 2021, a cura di Nicola Salmoiraghi

TEATRO ALLA SCALA: L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti – 17 novembre 2021, a cura di Nicola Salmoiraghi

  • 18/11/2021

L’elisir d’amore

Gaetano donizetti

opera lirica in due atti

di Gaetano Donizetti

su libretto di Felice Romani

Direttore Michele Gamba
Regia Grischa Asagaroff

Personaggi e Interpreti

  • Adina Benedetta Torre
  • Nemorino Vittorio Grigolo
  • Belcore Davide Luciano
  • Dulcamara Giulio Mastrototaro
  • Giannetta Francesca Pia Vitale

Scene e costumi Tullio Pericoli
Luci Hans-Rudolf Kunz
riprese da Marco Filibeck

Teatro alla Scala, 17 novembre 2021


E così, per la felicità del pubblico che affollava la sala, è tornato sul palcoscenico del Teatro alla Scala l’ormai straconosciuto allestimento de L’elisir d’amore (datato 1998) con scene e costumi dal sapore favolistico-naïf di Tullio Pericoli, gustose, dal tratto pittorico accattivante, ma francamente un po’ datate.

L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti  Regia Grischa Asagaroff, Scene e costumi Tullio Pericoli, Luci Hans Rudolf Kunz

La regia originale di Ugo Chiti (le luci di Hans-Rudolf Kunz sono riprese da Marco Filibeck) si è persa per strada ormai da anni e lo spettacolo lo firma ora Grischa Asagaroff, con sovrabbondanza di gags che sanno di “dèja-vu” e rendono greve la fantastica e malinconica levità del capolavoro donizettiano.

L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti  

Michele Gamba, che ho recentemente molto ammirato in Madina di Fabio Vacchi, pur confermando la sua dimensione di musicista di livello, è parso non afferrare del tutto la dimensione coloristica e il delicato equilibrio espressivo del Belcanto, almeno in questa occasione; qualche sonorità gonfiata di troppo, qualche sparsa pesantezza e una scelta di tempi che non sempre è sembrata coerente hanno sovraccaricato la sua lettura di Elisir, alla guida dell’orchestra scaligera, trovando però anche riuscite oasi liriche come nell’accompagnamento ipnotico e particolarmente suggestivo di “Una furtiva lagrima”.

L’elisir d’amore. photo Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

Questo Elisir ha visto un turnover di tenori (Paolo Fanale ha cantato la prima recita, Francesco Meli la seconda e Vittorio Grigolo la terza e le restanti). Io ho ascoltato Vittorio Grigolo, che ha ottenuto un incandescente successo di pubblico. Ora, di Vittorio Grigolo va accettato l’intero pacchetto (respingente per molti) che consiste in un esuberante overacting, in plateali esibizioni di ringraziamento al termine della recita ma anche durante (ad esempio qui, al termine della sua aria, alle insistenti richieste di bis non effettuato perché il direttore ha proseguito, ha palesemente mimato “Io l’avrei fatto, sarà per la prossima volta”). Ma in cambio, ed è poi quello che conta, Grigolo cosa offre? Molto. La voce è ampia, bella, luminosa, ricca di armonici, sicurissima in acuto dove sembra addirittura aumentare di volume, che già è assai ragguardevole. E in più sa cantare, accentare, sfumare, fraseggiare. La sua “Furtiva lagrima”, in cui si è concesso anche un’ornamentazione fuori ordinanza ma assolutamente in stile, ha conquistato giustamente il pubblico. Per cui, fatta la tara alle “intemperanze” di cui sopra, credo ci si possa tranquillamente stare. Il gioco vale indubbiamente la candela.

L’elisir d’amore – Benedetta Torre, photo Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

Adina si è avvalsa della musicalità, della bella educazione vocale, della freschezza interpretativa di Benedetta Torre. Una bella prova quella del giovane soprano, non certo inficiata da un paio di estremi acuti che sono suonati un po’ al limite (ma non oltre il limite…).

Giulio Mastrototaro, photo Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

Giulio Mastrototaro (Dulcamara) ha confermato l’ottima impressione suscitata nel Turco in Italia; canta bene, con solidità tecnica e consapevolezza stilistica; in un ruolo come questo si desidererebbe forse un’oncia di istrionica protervia vocale e teatrale in più. La misura, gran pregio in generale, rischia di sottrarre qualcosa, anche come “peso”, al personaggio del furfantesco Dottore.

Davide Luciano, photo Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

Davide Luciano è un Belcore timbrato, sicuro e impeccabilmente cantato. Francesca Pia Vitale regala vivace smalto a Giannetta.

Francesca Pia Vitale, photo Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

Davide Gasparro e Gianni Dallaturca sono rispettivamente l’Accompagnatore di Dulcamara e Il trombettiere. Al fortepiano si va valere l’affidabile esperienza di Beatrice Benzi. Contribuisce all’esito felice – lo ricordo, il successo è stato vibrante – il Coro del Teatro, preparato da Alberto Malazzi.

Nicola Salmoiraghi

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