TEATRO ALLA SCALA: Ariadne auf Naxos – Richard Strauss, 20 aprile 2022 a cura di Nicola Salmoiraghi

TEATRO ALLA SCALA: Ariadne auf Naxos – Richard Strauss, 20 aprile 2022 a cura di Nicola Salmoiraghi

  • 21/04/2022

ARIADNE AUF NAXOS

Richard Strauss

Opera lirica in un atto

Libretto di Hugo von Hofmannsthal

Edizione Proprietà Fondazione Teatro alla Scala

Coproduzione Wiener Staatsoper con Salzburger Festspiele


Direttore Michael Boder
Regia Sven-Eric Bechtolf
ripresa da Karin Voykowitsch

Personaggi e Interpreti:

  • Der Haushofmeister Gregor Bloéb
  • Ein Musiklehrer Markus Werba
  • Der Komponist Sophie Koch 
  • Der Tenor/Bacchus Stephen Gould
  • Ein Offizier Hyun-Seo Davide Park
  • Ein Tanzmeister Norbert Ernst
  • Ein Perückenmacher Paul Grant
  • Ein Lakai Sung-Hwan Damien Park
  • Zerbinetta Erin Morley
  • Primadonna/Ariadne Krassimira Stoyanova
  • Harlekin Rafael Fingerlos 
  • Scaramuccio Jinxu Xiahou
  • Truffaldin Jongmin Park
  • Brighella Leonardo Navarro 
  • Najade Caterina Sala
  • Dryade Rachel Frenkel
  • Echo Olga Bezsmertna

Scene Rolf Glittenberg
Costumi Marianne Glittenberg
Luci Jürgen Hoffmann

Orchestra del Teatro alla Scala

 

 

Teatro alla Scala, 20 aprile 2022


E così Ariadne auf Naxos di Strauss è tornata alla Scala a soli tre anni dall’ultima volta (per dirne due, Norma manca dal Piermarini da 45 anni, e Roberto Devereux non è mai stata eseguita, almeno non dal 1900 ad oggi…) e in un allestimento inedito per Milano –  ma già andato in scena a Salisburgo nel 2012 e in seguito alla Staatsoper di Vienna -, con la regia di Sven-Erich Bechtolf (ripresa da Karin Voykowitsch), scene di Rolf Glittenberg, costumi di Marianne Glittenberg, luci di Jürgen Hoffmann.

ARIADNE AUF NAXOS – photo Michael Poehn © Wiener Staatsoper

Uno spettacolo privo di seduzioni, sia teatrali che visive, che ha contribuito non poco a stendere la generale patina di noia che ha aleggiato su questa produzione. Ambientato in una generica epoca a cavallo tra i Venti e i Trenta del Novecento, interamente nella casa del ricco mecenate che sponsorizza la rappresentazione, la grande trovata sarebbe quella di simboleggiare l’isola e gli scogli su cui langue Arianna abbandonata con pianoforti spezzati e rovesciati. Tutto il resto è routine senza alcun guizzo. Davvero si sentiva l’insopprimibile bisogno di importare questa realizzazione? Non credo…

Sul podio dell’Orchestra scaligera, il Maestro Michael Boder ha offerto una lettura ordinata, pulita, con precisione metronomica, e sostanzialmente in bianco e nero, anzi in bianco e grigio, di questo capolavoro straussiano. Strauss appunto, che accende lampi di inquietudine, squarci di lacerante modernità in una tavolozza di colori che è sempre mobile, ricca, cangiante e che fotografa il Novecento in musica con tutte le ansie e i rivolgimenti del secolo che più di ogni altro ha probabilmente segnato i destini dell’umanità, abbisogna di una professorale lezione di buone maniere, dove non vi è spazio per alcun percorso interpretativo personale? No, non basta a rendergli giustizia.

ARIADNE AUF NAXOS photo Michael Poehn © Wiener Staatsoper

Krassimira Stoyanova è professionista inossidabile e la sua Primadonna/Ariadne è sicuramente ben cantata (con un colore che talvolta ormai è, o si infinge, quasi mezzosopranile). Sulla varietà espressiva e l’emozione che trasmette l’interprete ci sarebbe anche qui da discutere.

Stephen Gould arriva a fuori tempo massimo al suo debutto scaligero e il suo tenore/Bacchus (periglioso ruolo da vero e proprio heldentenor) e quasi sempre forzato in acuto e dall’emissione non precisamente stabilissima.

Si sa che basta pattinare con adeguata disinvoltura sulle acrobatiche colorature di “Grossmächtige Prinzessin” per portarsi a casa la serata. Erin Morley non manca l’appuntamento, con una voce educatissima e piccina, piccina, picciò. Il compito è eseguito con puntigliosa diligenza. Se questo significa poi essere, teatralmente e vocalmente, un’indimenticabile Zerbinetta, beh, è tutt’altra questione.

ARIADNE AUF NAXOS photo Michael Poehn © Wiener Staatsoper

Sophie Koch – rientrata dopo l’assenza per indisposizione alla “prima” – è, nel Prologo, Der Komponist, a cui spetta il magnifico monologo di chiusura di questa parte “introduttiva” di Ariadne. Che dire? In acuto la voce suona di fibra, faticosa, e l’intonazione non è sempre irreprensibile. Peccato.

Un lusso il Maestro di Musica di Markus Werba, timbrato, incisivo, interpretativamente autorevole. Efficaci le maschere di Rafael Fingerlos (Harlequin), Jinxu Xiahou (Scaramuccio), Jongmin Park (Truffaldin), Leonardo Navarro (Brighella).

ARIADNE AUF NAXOS photo Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

Risultavano non sempre precisissimi, e soprattutto se ne aveva l’impressione quando la scrittura saliva al registro alto, gli interventi di Caterina Sala (Najade), Rachel Frenkel (Dryade), Olga Bezsmertna (Echo).

Gregor Bloèb era il Maggiordomo “parlante”; completavano la locandina Hyun-Seo Davide Park (Ufficiale), Norbert Ernst (Maestro di danza), Paul Grant (Parrucchiere), Sung-Hwan Damien Park (Cameriere)

Successo cordiale e qualche dissenso per Michael Boder.

Nicola Salmoiraghi

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