GENOVA: Manon Lescaut – Giacomo Puccini, 25 mazrzo 2022 a cura di Silvia Campana

GENOVA: Manon Lescaut – Giacomo Puccini, 25 mazrzo 2022 a cura di Silvia Campana

  • 28/03/2022

Manon Lescaut

Giacomo Puccini

Dramma lirico in quattro atti, libretto di Domenico Oliva e Luigi Illica

Allestimento in coproduzione Fondazione Teatro Carlo Felice Genova/Teatro San Carlo Napoli/Teatro Liceu Barcellona/Palau de les Arts Valencia

Produzione dedicata alla memoria di Renata Tebaldi nel centenario della nascita


Maestro concertatore e direttore Donato Renzetti
Regia Davide Livermore
ripresa da Alessandra Premoli

Personaggi e Interpreti:

  • Manon Lescaut Maria José Siri
  • Renato Des Grieux  Marcelo Álvarez, Riccardo Massi 
  • Lescaut Massimo Cavalletti
  • Geronte di Ravoir Matteo Peirone
  • Edmondo Giuseppe Infantino
  • L’oste Claudio Ottino
  • Il maestro di ballo Francesco Pittari
  • Il musico Gaia Petrone
  • Il sergente degli arcieri Matteo Armanino
  • Il lampionaio Francesco Pittari
  • Un Comandante di marina Loris Purpura
  • Renato Des Grieux anziano Roberto Alinghieri
  • Un parrucchiere Simone Tudda

Scene Giò Forma e Davide Livermore
Costumi Giusi Giustino
Luci Nicolas Bovey
Videodesign D-Wok

Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Carlo Felice
Maestro del Coro Francesco Aliberti

 

 

 Teatro Carlo Felice, 25 marzo 2022


Si percepiva una strana tensione lo scorso venerdì al Teatro Carlo Felice di Genova, forse foriera di ciò che sarebbe accaduto di lì a poco, il teatro è spesso spazio poroso che non di rado moltiplica e rimbalza nervosismi ed umori ed infatti qualcosa di inusuale stava per accadere.

Va in scena Manon Lescaut di Giacomo Puccini in un allestimento di Davide Livermore in coproduzione con la Fondazione Teatro Carlo Felice Genova, Teatro San Carlo Napoli, Teatro Liceu di Barcellona e Palau de les Arts di Valencia, produzione peraltro dedicata alla memoria di Renata Tebaldi nel centenario della nascita.

Manon Lescaut – Teatro Carlo Felice di Genova Foto©Lauricella

Al suo ingresso in scena il titolare della parte di Des Grieux, il celebre ed amatissimo (per quella rara miscela che unisce alla bellezza del timbro un’espressività sempre morbida ed efficace) Marcelo Álvarez, sembra teso e nervoso, l’emissione appare affaticata, la respirazione non corretta e risulta subito chiaro che qualcosa non funzioni: dopo pochi minuti infatti al termine della prima aria (“Tra voi belle“) il tenore si ferma affermando di non poter continuare il suo canto con il pretesto (perché ahimè di questo si tratta) di vari impedimenti. Lascio il resto alla cronaca che ha già abbondantemente sviscerato la questione, sottolineando solo il corretto comportamento del teatro che ha risolto subito la questione facendo entrare il sostituto presente in sala, riprendendo dopo la pausa lo spettacolo dal suo inizio e diffondendo un tempestivo quanto chiarissimo comunicato stampa. Sperando che questa brutta questione non si trasformi in una lettera scarlatta sul petto dell’artista (che, da quanto riportato dal teatro, dovrebbe comunque cantare alla recita del 1° aprile) purtroppo non nuovo a questo tipo di atteggiamenti che rischiano di sovrapporsi ad una carriera artistica fino a qualche tempo fa di tutto rispetto, veniamo ora allo spettacolo.

Manon Lescaut – Teatro Carlo Felice di Genova Foto©Lauricella

Non è una novità che Davide Livermore ami lo strumento delle proiezioni ed usi i più moderni strumenti tecnologici (qui lo studio di videodesign D-Wok) mettendoli al servizio del suo gusto e della sua attenta sensibilità teatrale che, in più di un’occasione, ha saputo offrire chiavi di lettura stranianti ed interessanti rovesciamenti di prospettiva ma, in questo particolare caso, non ci è parso che il taglio drammaturgico proposto andasse ad illuminare in modo significativo i temi portanti dell’opera.

Il regista ha spostato infatti concettualmente l’azione ai primi del Novecento e più precisamente ad Ellis Island nel periodo in cui navi piene di emigranti là giungevano alla ricerca di un futuro migliore.

Manon Lescaut – Teatro Carlo Felice di Genova Foto©Lauricella

Ad apertura di sipario ci appare dunque uno spettacolare spazio scenico che riproduce la grande hall del centro di immigrazione dell’isola, dove un uomo anziano sembra attendere e, interpellato bruscamente in inglese dal custode, gli chiede il permesso di sostare e ricordare. Comprendiamo allora che l’uomo è Des Grieux stesso sopravvissuto e che Manon morirà da migrante: sua infatti sarà la foto che, sulle ultime note della partitura, il vecchio Des Grieux affiggerà ad un muro nel ricordo di una storia che sembra non aver mai fine.

La regia è come sempre di grande effetto (particolarmente efficace il II Atto nel quale il viscido mondo di Geronte diventa finalmente evidente) e molto ben costruita anche se sembra troppo compiacersi di immagini spettacolari (il fatidico treno con tanto di fumo, la colossale nave) che rischiano di allontanarci fatalmente dal piccolo mondo che Puccini tratteggia attraverso l’analisi degli aspetti più intimi e fragili dei suoi personaggi. Che il tema dei migranti poi sia particolarmente attuale è indubbio ma questo è (o almeno dovrebbe essere) un altro discorso.

Manon Lescaut – Teatro Carlo Felice di Genova Foto©Lauricella

Maria José Siri dona un’interpretazione di Manon lontana dal cliché della tradizione tratteggiandone il carattere in modo più diretto ed umano: non sempre infatti la seduzione nasce da pizzi o crinoline, questa può infatti trapelare da tutta una serie di fattori, potenziati in Manon da quella che viene descritta quale un’avvenente ingenuità ed immediatezza. Il suo personaggio dunque, assai ben cesellato vocalmente, pur non mancando di espressività e dolcezza, si esprime con quella impulsiva ed a tratti egoistica passionalità che la fanno precipitare in scelte che determineranno poi la sua rovina.

Riccardo Massi, catapultato in palcoscenico dopo aver solo scaldato la voce per sostituire il recalcitrante collega, si è portato come poteva e sapeva e nel suo complesso si è ben distinto.

Il timbro è molto interessante anche se ancora bloccato in un’emissione troppo di gola che, soprattutto nel centro e nel passaggio, ne inficia un po’ la rotondità, mentre il registro acuto appare più sicuro ed omogeneo. Molto positivo il suo rapporto con il personaggio, ben incentrato su un senso della scena efficace e sensibile ed una giusta attenzione alla parola.

Manon Lescaut – Teatro Carlo Felice di Genova Foto©Lauricella

Lescaut era Massimo Cavalletti la cui bella vocalità tendeva però a stimbrarsi dopo il passaggio.

Perfettamente centrato su di un Geronte finalmente bieco oltre che anziano il sempre attento Matteo Peirone.

Completavano il cast: Giuseppe Infantino (Edmondo), Claudio Ottino (L’oste), l’ottimo Francesco Pittari (maestro di ballo/ lampionaio), Gaia Petrone (Il musico), Matteo Armanino (Il sergente dei lancieri), Loris Purpura (Un comandante di marina), Roberto Alinghieri  (Des Grieux anziano) e Simone Tudda (Un parrucchiere).

Non perfettamente a fuoco il Coro del Teatro diretto da Francesco Aliberti.

Donato Renzetti, polso fermo e nervi d’acciaio, ha offerto una lettura della partitura dinamica ed espressiva in piena sintonia con l’ensemble genovese, donando alla partitura giusta omogeneità e morbidezza di chiaroscuri.

Manon Lescaut – Teatro Carlo Felice di Genova Foto©Lauricella

Pieno successo di pubblico per questa Manon genovese che premiava tutti gli interpreti (in particolare il tenore salvatore) ed il Direttore con ripetuti applausi e chiamate.

 

Silvia Campana

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