CAGLIARI: La sonnambula – Vincenzo Bellini, 13 maggio 2022 a cura di Loredana Atzei

CAGLIARI: La sonnambula – Vincenzo Bellini, 13 maggio 2022 a cura di Loredana Atzei

  • 17/05/2022

La sonnambula
melodramma in due atti
libretto Felice Romani
musica Vincenzo Bellini


maestro concertatore e direttore Diego Ceretta 

regia Bepi Morassi 

 

personaggi e interpreti:

  • Il conte Rodolfo Guido Loconsolo 
  • Teresa Irene Molinari 
  • Amina Gilda Fiume 
  • Elvino Antonino Siragusa
  • Lisa Michela Varvaro 
  • Alessio Andrea Porta
  • Un notaro Andrea Schifaudo

scene Massimo Checchetto 
costumi Carlos Tieppo 
luci Vilmo Furian

maestro del coro Giovanni Andreoli
Orchestra e Coro del Teatro Lirico di Cagliari

allestimento del Gran Teatro La Fenice di Venezia

 

 

Teatro Lirico, 13 maggio 2022


La sonnambula, opera-semiseria in due atti di Bellini, va in scena a Cagliari con eleganza e un filo di umorismo.  Incanta e diverte. Incanta, con la musica idilliaca di Bellini, con il lirismo del canto e le sue raffinate evoluzioni, ma anche con gli scenari di alta montagna, con i monti innevati e i boschi di faggi. E contemporaneamente diverte, con protagonisti spiritosi, una regia raffinata e con un nutrito numero di comparse che animano la scena.

L’allestimento è quello che il regista Bepi Morassi ha già portato in scena con successo nel 2012 al Teatro La Fenice di Venezia. E’ chiaro sin dall’inizio che strizza l’occhio alla commedia sofisticata degli anni 30.  Un’operazione che non deve certo sconcertare. Il soggetto in fondo proviene dalla Comédie-Vaudeville anche se conserva i tratti del mélodrame.

L’opera fonde in sé stessa le caratteristiche di entrambi i generi da cui trae spunto per poi svilupparsi liberamente. L’epoca a cavallo tra prima e seconda guerra mondiale si presta bene a descrivere un mondo pacifico e apparentemente idilliaco in cui si nascondono complicati intrecci amorosi.

La sonnambula – Teatro Lirico di Cagliari – photo©Priamo Tolu

In questa Sonnambula Cagliaritana ci sono proprio tutti gli elementi capaci di scatenare la risata nello spettatore, ma anche tutto ciò che serve per ricondurlo all’aspetto più serio del dramma di Amina, lasciandolo poi scivolare nel lieto fine consolatorio.

Il primo atto si svolge nel solarium di un Hotel sulle Alpi, che si affaccia su uno splendido panorama dai monti innevati e un cielo terso di un azzurro intenso.

I costumi di Carlos Tieppo, e le scene di Massimo Checchetto illuminate dalle luci raffinate di Vilmo Furian, richiamano apertamente gli anni ‘30.

Il coro diretto da Giovanni Andreoli si dimostra ancora una garanzia di eccellenza formando un nucleo omogeneo, corretto e musicale.

Sul podio il giovanissimo Maestro Diego Ceretta, al suo primo titolo di repertorio, dirige l’Orchestra del lirico di Cagliari interpretando le dinamiche teatrali in un interessante connubio. Così come il regista imprime una vivacità all’opera altrettanto propone la Direzione musicale con un’interpretazione più decisa e con variazioni dinamiche del volume orchestrale che seguono l’andamento della storia e calamitano l’attenzione dello spettatore al pari dell’azione sul palco.

È una Sonnambula lontana dai sonnolenti allestimenti, con interpreti fissi sulla scena, e con un’orchestra patinata di sottofondo. È molto simile invece ai raffinati film di Ernest Lubitch e Howard Hawks, con un’orchestra dalla forte personalità.

Sulle note della breve ouverture il palco si popola di personaggi. Sciatori, avventori e camerieri interpretati in parte dal coro in parte dai figuranti ai quali sono riservati i ruoli più comici. Personaggi di secondo piano che sono in grado di far sorridere con pochi gesti sempre curatissimi, che si tratti di simulare la camminata di un ubriaco o una scivolata.

La sonnambula – Teatro Lirico di Cagliari – photo©Priamo Tolu

La protagonista è Amina interpretata dal soprano Gilda Fiume in modo sbarazzino.  Tutti la acclamano e lei è al settimo cielo per le future nozze. All’arrivo di Elvino, il suo promesso sposo, con gesto rapido mostra la mano a prendere l’anello per poi correre in giro a mostrarlo. È giovane, simpatica e schietta. La voce è bella ed espressiva, la tecnica è sicura, i fiati sono lunghi e mostra un eccezionale controllo sui filati.

Elvino è il tenore Antonino Siragusa. Sfoggia un timbro squillante, con un registro acuto energico e capace di straordinarie evoluzioni. Nei duetti risolve tutte le elaborate colorature e si amalgama perfettamente con le agilità e le mezze voci sfoggiate dalla partner. Ha un buon controllo della voce che si inerpica facilmente nelle insidiose ascese e che fa dimenticare velocemente qualche piccola mancanza di musicalità nel finale del duetto “Mai più dubbi. Timori mai più?” che viene comunque accolto con un fragoroso applauso a scena aperta. Qualche piccola sbavatura nell’esecuzione c’è, ma si scorda subito al netto di un’interpretazione convincente.

Il Conte Rodolfo fa il suo ingresso scendendo da una funivia, il cui colore rosso risalta in modo suggestivo sul panorama bianco di neve e l’azzurro del cielo, ricordando una cartolina dei tempi passati. Ad interpretare il Conte libertino è il basso baritono Guido Loconsolo al quale offre una voce possente e profonda, dal timbro vellutato e una bella presenza scenica. Divertente la scena nella camera da letto dove, prima tenta un approccio con Lisa, l’ostessa, (approccio al quale lei non resta indifferente) per poi ritrovarsi con Amina che entra nella stanza in preda ad una crisi di sonnambulismo. Da galantuomo fuggirà dalla stanza per non approfittare della ragazza che gli si concede credendolo in sogno il suo fidanzato. Le dinamiche qui sono quelle classiche della “commedia degli equivoci”.

La sonnambula – Teatro Lirico di Cagliari – photo©Priamo Tolu

Equivoci che Lisa cerca di volgere a suo favore per farsi sposare da Elvino. La rivale è qui bene interpretata dal soprano Michela Varvano con voce ampia, le giuste agilità e una sottile perfidia.

Quando il villaggio scopre che Amina si è addormentata nel letto del Conte scoppia lo scandalo. Elvino le strappa dalla mano l’anello e chiede a Lisa, la sua vecchia fidanzata, di sposarlo. A nulla serviranno le spiegazioni del Conte che in modo razionale spiega il fenomeno del sonnambulismo.  Nessuno gli crede. Finché dalle vetrate, in bilico sul balcone, appare una figura spettrale vestita di bianco. Inconsapevole del baratro che le si dischiude in basso, e nel quale potrebbe precipitare, avanza Amina, immersa nel sonno, anzi, in un sogno.

Entrata nella stanza Gilda Fiume ci regala un’interpretazione commovente della lunga scena del sonnambulismo con i continui rimandi orchestrali ai temi dell’anello a ricordare i tempi felici.

Tutti assistono allibiti all’evento mentre Elvino impietosito fa per avvicinarsi ma viene tempestivamente bloccato dal Conte preoccupato per la salute della ragazza: “Un sol passo, un sol grido l’uccide”.  Mentre tutti presenziano impotenti alla scena, il soprano, con l’orchestra ridotta ad un flebile sostegno, dipinge un’estatica ed eterea versione di “Ah non credea mirarti” che mette in luce tutta la ricchezza di armonici.

Ora tutto è chiaro. La ragazza non è colpevole. E’ pura come i luoghi ameni che fanno da sfondo alla storia e lei può concludere con il rondò finale “Ah non giunge”, con cui dà vita ad una Amina che esprime la felicità ritrovata con il brio di una voce incantevole e con un da capo ricco di infiorettature che entusiasmano la sala.

Completano il cast il mezzosoprano Irene Molinari nel ruolo di Teresa, madre di Amina, il baritono Andrea Porta che interpreta Alessio, invaghito di Lisa, e infine il tenore Andrea Schifaudo nel ruolo, immancabile, del notaro. Tutti forniscono una buona prestazione vocale e interpretativa contribuendo al successo della recita.

Il risultato finale è una Sonnambula in perfetto equilibrio tra commedia e dramma. L’atteso lieto fine viene accompagnato da una marea di applausi.

Loredana Atzei

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