BOLOGNA: Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea – 14 novembre 2021, a cura di Nicola Salmoiraghi

BOLOGNA: Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea – 14 novembre 2021, a cura di Nicola Salmoiraghi

  • 15/11/2021

Francesco Cilea
Adriana Lecouvreur
Commedia-drama in quattro atti di Arturo Colautti

 

Direttore Asher Fisch

Regia Rosetta Cucchi

 

Personaggi e Interpreti:

  • MAURIZIO Luciano Ganci
  • IL PRINCIPE DI BOUILLON Romano Dal Zovo
  • L’ABATE DI CHAZEUIL Gianluca Sorrentino
  • MICHONNET Sergio Vitale
  • ADRIANA LECOUVREUR Kristine Opolais
  • LA PRINCIPESSA DI BOUILLON Veronica Simeoni
  • MAD.LLA JOUVENOT Elena Borin
  • MAD.LLA DANGEVILLE Aloisa Aisemberg
  • QUINAULT Luca Gallo
  • POISSON Stefano Consolini
  • ACROBATA Davide Riminucci

BALLERINA Luisa Baldinetti

MAGGIORDOMO Attore della Scuola di Teatro Galante Garrone

MAESTRO DEL CORO Gea Garatti Ansini

SCENE Tiziano Santi 

COSTUMI Claudia Pernigotti

LUCI Daniele Naldi

COREOGRAFIE Luisa Baldinetti 

VIDEO Roberto Recchia 

ASSISTENTE ALLA REGIA Davide Gasparro 

COLLABORATORE ALLA REGIA Stefania Panighini 

ASSISTENTE ALLE SCENE Serena Treppiedi

ASSISTENTE AI COSTUMI Massimo Carlotto 

 

Teatro Comunale, 14 novembre 2021


Dopo essere stato trasmesso come film (interamente girato in Teatro e con risultati artistici eccellenti) in piena pandemia da Rai5, è approdato finalmente sulle tavole del Teatro Comunale di Bologna il nuovo allestimento di Adriana Lecouvreur con la regia di Rosetta Cucchi, scene di Tiziano Santi, costumi di Claudia Pernigotti, luci di Daniele Naldi, coreografie di Luisa Baldinetti e video di Roberto Recchia.

Adriana Lecouvreur -Kristine Opolais, foto©AndreaRanzi (Casaluci-Ranzi)

Se qualche suggestione visiva (soprattutto nel primo e secondo atto) va inevitabilmente perduta nel passaggio da cinema a palcoscenico, lo spettacolo resta estremamente convincente e di forte impatto.

Adriana è l’Attrice, che di luci e recitazione vive, come una seconda pelle, incarnandone l’anima in diverse epoche: il primo atto si svolge nel 1730, il secondo nel 1860, il terzo nel 1930 e l’ultimo nel 1968. E così Madamigella Lecouvreur, che all’inizio è sé stessa nel retropalco della Comédie Française, potrebbe divenire via via Sarah Bernhardt, Greta Garbo, Catherine Deneuve. La vicenda teatrale si sviluppa in crescendo, e terzo e quarto atto sono davvero molto belli, con quest’ultimo, che a palcoscenico nudo, una pedana e riflettori sospesi ai lati, toglie il fiato per l’emozione. Qui Rosetta Cucchi (che peraltro guida perfettamente la recitazione degli interpreti in ogni attimo) ha un’intuizione geniale: il fedele Michonnet scrive un biglietto a Maurizio per informarlo della sofferenza di Adriana che però distrugge, per cui lui non lo saprà mai.

Adriana Lecouvreur – Kristine Opolais e Luciano Ganci foto©AndreaRanzi (Casaluci-Ranzi)

La “medicina” che propone alla donna, allucinata e disperata, è un nuovo copione, solo la recitazione potrà salvarla, e mentre sullo sfondo uno schermo raddoppia le immagini dell’attrice, ripresa da Michonnet, mostrandola anche invecchiare, ecco il colpo d’ala: l’arrivo dell’amante è solo immaginato, Maurizio canta i suoi interventi fuori scena, e nel suo vaneggiamento Adriana, abbraccia, bacia e si abbandona a Michonnet credendolo l’uomo che ama. Un momento di amara estasi per colui che l’ha sempre desiderata in silenzio, e di straziante struggimento per lei (e per noi che guardiamo). Adriana muore – mentre il fondale sollevandosi mostra il palcoscenico del Teatro nudo e con la sua attrezzeria – dirigendosi verso l’eternità di coloro che hanno fatto dell’Arte la propria esistenza, mentre le silhoutte degli spettatori della Comédie di due secoli prima, con Maurizio al centro, l’applaudono al rallentatore.

Adriana Lecouvreur -Kristine Opolais, La principessa di Bouillon -Veronica Simeoni foto©AndreaRanzi (Casaluci-Ranzi)

Adriana Lecouvreur è partitura raffinatissima, di sottile cesello orchestrale e cangiante tavolozza di colori. Per questo motivo il Maestro Asher Fisch, sul podio dell’Orchestra del Comunale, tenendo conto anche dell’acustica del Teatro, che certo non abbisogna di spingere il pedale, dovrebbe evitare sonorità tempestose che in primo luogo appiattiscono e non valorizzano le ricchezze della scrittura di Cilea e in secondo luogo certamente non mettono a loro agio i cantanti.

Adriana Lecouvreur – Kristine Opolais foto©AndreaRanzi (Casaluci-Ranzi)

Kristine Opolais, soprano di rilevanza internazionale, è bella come Kim Novak e domina la scena nei multiformi panni di Adriana con il carisma della grande attrice, toccando nel finale vertici interpretativi di assoluta autenticità. Il colore, il timbro, il volume e un certo senso di fraseggio “all’italiana” non la sostengono con altrettanta caratura, pur a fronte di un risoluto registro acuto. L’“artista”, insomma, prevale sulla “cantante”, ma il lato puramente teatrale di Adriana ne esce pienamente soddisfatto.

Adriana Lecouvreur, La principessa di Bouillon -Veronica Simeoni foto©AndreaRanzi (Casaluci-Ranzi)

Veronica Simeoni (Principessa di Bouillon) a sua volta fascinosa e seducente sulla scena, canta con grande gusto, senza mai forzare un organo mezzosopranile gestito con classe ed eleganza. Ha il senso della frase e del lavoro di bulino sul fraseggio, per cui nessuna parola va sprecata. Se ovviamente “Acerba voluttà” e tutto il secondo atto sono affrontati con smalto e intensità, basterebbe il suo “Madamigella sviene”, sibilato con velenosa e irridente e ironia nel terzo, a definire l’interprete.

Adriana Lecouvreur: Maurizio – Luciano Ganci foto©AndreaRanzi (Casaluci-Ranzi)

Luciano Ganci (Maurizio) ha tanta voce e bella, con acuti fulminanti. L’interprete è sempre attento a dare il massimo per sfumare e imprimere tinte diverse alle frasi; le arie dei primi due atti sono cantate molto bene e anche un pezzo esteriore – e molto arduo – come “Il russo Mèncikoff” nel terzo (risolto efficacemente dal punto di vista registico, con Maurizio che scuote una magnum e innaffia di champagne gli astanti) è sbalzato a dovere.

Adriana Lecouvreur: Michonnet – Sergio Vitale foto©AndreaRanzi (Casaluci-Ranzi)

Ottimo Sergio Vitale come Michonnet, cantato e fraseggiato con grande misura e partecipazione. Un personaggio a cui spettano alcune delle frasi più belle e malinconiche dell’opera, che Vitale rende con   toccante autenticità.

Adriana Lecouvreur – Scena IV atto – foto©AndreaRanzi (Casaluci-Ranzi)

Sonoro Romano Dal Zovo (Principe di Bouillon) da cui solo si desidererebbe a volte un’emissione meno parcheggiata in gola. Più a fuoco scenicamente che vocalmente l’Abate di Chazeuil di Gianluca Sorrentino.

Completavano il cast Elena Borin (Mad.lla Jouvenot), Aloisa Aisemberg (Mad.lla Dangeville), Luca Gallo (Quinault), Stefano Consolini (Poisson). Da non dimenticare gli interventi del bravo acrobata Davide Riminucci (nel “Giudizio di Paride” del terzo atto) e di Luisa Baldinetti, che oltre ad aver curato la coreografia si ritaglia un cameo danzato. Bene il Coro preparato da Gea Garatti Ansini.

Successo convintissimo per tutti e particolarmente acceso per i quattro protagonisti.

Nicola Salmoiraghi

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