BERGAMO: La Favorite – Gaetano Donizetti, 27 novembre 2022 a cura di Nicola Salmoiraghi

BERGAMO: La Favorite – Gaetano Donizetti, 27 novembre 2022 a cura di Nicola Salmoiraghi

  • 28/11/2022

LA FAVORITE

Opéra en quatre actes di Alphonse Royer e Gustave Vaëz
Musica di Gaetano Donizetti

Prima esecuzione: Parigi, Théâtre de l’Académie Royale de Musique, 2 dicembre 1840
Edizione critica a cura di Rebecca Harris-Warrick
© Casa Ricordi, Milano con la collaborazione e il contributo del Comune di Bergamo e della Fondazione Teatro Donizetti


Direttore Riccardo Frizza
Regia Valentina Carrasco

Personaggi e Interpreti:

  • Léonor de Guzman Annalisa Stroppa
  • Fernand Javier Camarena
  • Alphonse XI Florian Sempey
  • Balthazar Evgeny Stavinsky
  • Don Gaspar Edoardo Milletti
  • Inès Caterina Di Tonno

Scene Carles Berga e Peter van Praet
Costumi Silvia Aymonino
Coreografia Massimiliano Volpini
Lighting design Peter van Praet

Orchestra Donizetti Opera
Coro Donizetti Opera e Coro dell’Accademia Teatro alla Scala
Maestro del Coro Salvo Sgrò

Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Donizetti in coproduzione con l’Opéra National de Bordeaux

 

 Teatro Donizetti, 27 novembre 2022


La Favorite andata in scena a Donizetti Opera di Bergamo, è, per quanto mi riguarda, lo spettacolo più riuscito ed esaltante, da un punto di vista musicale e teatrale, di questo inizio di stagione. Rappresentata nella versione originale in francese (questo grand opéra fu scritto per Parigi nel 1840), in edizione critica e integralissima (tre ore abbondanti di musica, compreso il lungo inserto dei balletti nel secondo atto, di complessa costruzione e assolutamente affascinante e sapiente scrittura), l’opera del Bergamasco è certamente uno dei suoi capolavori, modernissima per l’epoca e già con lo sguardo in avanti. Si ascolta già molto del Verdi che verrà, ma non solo del primo Verdi; arrivato al finale ho avuto la netta di sensazione di trovarmi di fronte alla conclusione de La forza del destino.

Teatro Donizetti: La Favorite – Gaetano Dnizetti, photo©Gianfranco Rota

A rendere la trama di questo complesso e variegato arazzo musicale, Riccardo Frizza ha infiammato e galvanizzato l’Orchestra Donizetti Opera, restituendo dell’opera una lettura memorabile. Lo è stata per equilibrio, caleidoscopio di colori cangianti e sempre giustissimi, passione e abbandono, pennellate corrusche e romantici squarci di acquarellato abbandono. Tutto sempre “attaccato” al discorso – fluidissimo – narrativo e drammaturgico. Occorre dire che La Favorite è tale solo così. La sforbiciatissima edizione in italiano non rende assolutamente giustizia a Donizetti, oltre a far diventare la trama davvero incoerente. Riccardo Frizza ci ha ricordato, nel caso ce ne fosse bisogno, a quali altissime vette artistiche attinge il Belcanto, se così eseguito.

Teatro Donizetti: La Favorite – Gaetano Dnizetti, photo©Gianfranco Rota

E altrettanto lo ha fatto lo straordinario cast radunato per l’occasione. A cominciare dal magnifico Javier Camarena, tenore giustamente celebrato tra i migliori di oggi. Non si tratta solamente dell’incredibile facilità con cui fa raggiare acuti e sovracuti che si aprono come fasci di luce o della sbalorditiva sicurezza tecnica; nella sua voce, di timbro bello, morbido e cremoso, passa l’emozione di un canto autentico, fatto di moti dell’animo, di verità di accenti, di fraseggio profondamente umano e di interpretazione sempre palpitante, genuina, emozionante. Ogni suo intervento è stato da applauso a scena aperta e, arrivato al momento topico di “Ange si pur” nel quarto atto ne ha fatto un vero e proprio capolavoro, accolto da una scrosciante ovazione. In questo repertorio, attualmente, non teme possibili rivali, pur in presenza di altri agguerritissimi nomi. Qui però siamo sul gradino della perfezione assoluta.

Teatro Donizetti: La Favorite – Gaetano Dnizetti, photo©Gianfranco Rota

Bravissima anche Annalisa Stroppa (Léonor), duttile e ambrata vocalità di mezzosoprano belcantista, gestita con sicurezza, forte di un fascino timbrico di prima qualità. Eccellente e credibile interprete sulla scena, è autorevole per proiezione sonora, con una bella omogeneità nei registri, corposa nel centro, svettante in acuto e mai forzata seppur attendibilissima nel grave. Davvero di notevole impatto la sua resa della celebre “O mon Fernand”, cantata oltretutto facendo sfoggio di una fisicità – come regia richiedeva – davvero invidiabile.

Teatro Donizetti: La Favorite – Gaetano Dnizetti, photo©Gianfranco Rota

Florian Sempey (Alphonse XI), un nome ormai di casa a Donizetti Opera, si è confermato baritono di grandissima classe e ed espansione sonora di suggestivo effetto. La voce è bella, ampia, ricca di armonici e l’interprete, che unisce forza a raffinatezza in intelligente equilibrio, è carismatico e convincente. Una prova maiuscola la sua.

Teatro Donizetti: La Favorite – Gaetano Dnizetti, photo©Gianfranco Rota

Presenza scenica e vocale non facevano difetto nemmeno a Evgeny Stavinsky, del tutto a fuoco e potente nel scolpire la figura inflessibile e ieratica di Balthazar.

Lodi anche per Edoardo Milletti (Don Gaspar) e Caterina Di Tonno (Inès) che hanno donato insolito rilievo e importanza ai loro ruoli, in questa versione dell’opera in ogni caso sbalzati assai più che in quella italiana. Completava la locandina Alessandro Battaglia (Un signeur).

Di grande smalto la prova del Coro Donizetti Opera e del Coro dell’Accademia Teatro alla Scala, entrambi impegnatissimi, e guidati da Salvo Sgrò.

Teatro Donizetti: La Favorite – Gaetano Dnizetti, photo©Gianfranco Rota

Resta da dire del nuovo allestimento, in coproduzione con l’Opéra National de Bordeaux, dove approderà dopo le recite bergamasche. La regia è firmata da Valentina Carrasco (costola ormai in proprio della Fura dels Baus) che ha dato vita a uno spettacolo di grande intelligenza e forza teatrale. Grazie al contributo indispensabile e riuscito delle scene di Carles Berga e Peter van Praet (quest’ultimo ha curato anche le luci), dei costumi di Silvia Aymonino e della coreografia di Massimiliano Volpini, Valentina Carrasco ha interpretato La Favorite come un’emozionante, lucida e consapevole analisi della condizione femminile. Ambientata in un’epoca astratta, dove si mischiano richiami all’Ottocento e alla contemporaneità, Léonor è una vittima che cerca la ribellione nei confronti di un potere maschilista che vuole sempre la stessa cosa: possedere l’oggetto del desiderio, assoggettarlo e sfruttarlo sessualmente (almeno nella figura di Alphonse e della sua corte).

Teatro Donizetti: La Favorite – Gaetano Dnizetti, photo©Gianfranco Rota

Assolutamente geniale la presenza in scena, come contraltare alla protagonista, di un nutrito gruppo di meravigliose e bravissime signore della “terza età” (in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sociali di Bergamo e il coordinamento dei CTE-Centri per tutte le età di Bergamo) che sono le Favorite del passato, simboli di una condizione eterna e che cercano di mettere in guardia e di proteggere Léonor, di darle anche la forza di reagire. Sono loro a interpretare la commovente, impattante azione mimica del balletto, i cui significati sono molti; l’orgoglio di rivendicare il proprio fascino e la propria forza ad ogni età, l’amarezza del tempo che passa, la voglia di riscatto… ad un certo punto sembrerà che, circondando e mettendo alle corde Alphonse, la vittoria sia vicina, ma le sbarre che fanno da prigione a tutta la vicenda torneranno a serrarle… l’appuntamento per la libertà è solo rimandato. Di straziante bellezza la luttuosa Pietà che vanno a formare intorno al corpo di Léonor nel finale. Grande spettacolo, grande Teatro.

Teatro Donizetti: La Favorite – Gaetano Dnizetti, photo©Gianfranco Rota

Il pubblico che gremiva il Donizetti ha reagito con entusiasmo e applausi incandescenti per tutto gli artefici della produzione alla recita domenicale cui ho assistito. Possiamo dirlo: fatto così, Gaetano è vivo e lotta insieme a noi!

Nicola Salmoiraghi

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