TEATRO VERDI DI PISA: UN TRITTICO MOLTO PARTICOLARE 19 novembre 2016

TEATRO VERDI DI PISA: UN TRITTICO MOLTO PARTICOLARE 19 novembre 2016

  • 16/11/2016

Sancta Susanna di Hindemith insieme con Suor Angelica e Gianni Schicchi di Puccini

In scena al Teatro Verdi sabato e domenica, dirige Daniel Agiman, regia di Lorenzo Maria Mucci

 

sabato 19 novembre 2016 ore 20.30

domenica 20 novembre 2016 ore 16.00

(giovedì 17 novembre ore 16 promozionale scuole)

SANCTA SUSANNA

opera in un atto

libretto di August Stramm dal dramma omonimo

musica di Paul Hindemith

edizioni Schott Music

rappresentante per l’Italia Sugarmusic S.p.A.

SUOR ANGELICA

opera in un atto

libretto di Giovacchino Forzano

musica di Giacomo Puccini

editore Casa Ricordi, Milano

GIANNI SCHICCHI

opera in un atto

libretto di Giovacchino Forzano

musica di Giacomo Puccini

editore Casa Ricordi, Milano

Maestro direttore e concertatore

Daniele Agiman

Regia

Lorenzo Maria Mucci

Scene

Emanuele Sinisi

Disegno luci

Michele Della Mea

Orchestra Arché

Nuovo allestimento e nuova produzione del Teatro di Pisa

C’è grande attesa per il particolarissimo “Trittico”, nuova produzione del Teatro di Pisa, in scena per la Stagione Lirica sabato e domenica al Teatro Verdi (sabato 19 novembre ore 20.30, domenica 20 novembre ore 16).

Proposte insieme, infatti, sono la fulminante Sancta Susanna di Paul Hindemith (la cui riscoperta in Italia, dopo anni di oblio, si deve al M° Riccardo Muti per il Ravenna Festival 2012) e le coeve Suor Angelica e Gianni Shicchi, composte da Puccini su libretto di Giovacchino Forzano.

Tre opere connesse al fil rouge tematico del 2016 pisano “Demoni ed angeli”: le prime due incentrate su due figure di suore umanissime, la terza – dal carattere di opera buffa – basata, com’è noto, sul XXX canto dell’Inferno dantesco.

Dirige uno dei direttori italiani più attivi a livello internazionale, Daniel Agiman. La regia è di Lorenzo Maria Mucci, scene di Emanuele Sinisi, disegno luci di Michele Della Mea (di nuovo tutti e tre insieme dopo l’elegante Simon Boccanegra che inaugurò la scorsa stagione). Con l’Orchestra Arché e, in Suor Angelica, il Coro Laboratorio Lirico San Nicola, Maestro del Coro Marco Bargagna.

Nei ruoli principali Elisabetta Farris (Susanna e Suor Angelica), Sumie Fukuhara (Klementia e la Zia Principessa), Sergio Bologna (Schicchi), Giulia De Blasis (Lauretta), Andrea Giovannini (Rinuccio).

Con loro, Maria Candirri (Suora anziana in Sancta Susanna, la Zelatrice in Angelica, la Ciesca in Schicchi), Margherita Tani (la Badessa), Emanuela Grassi (maestra delle novizie), Noema Erba (suor Genovieffa), Claudia Muntean (suor Dolcina), Sonia Baussano (suora infermiera), Elena Bakanova (prima cercatrice), Takako Izumi (seconda cercatrice in Angelica e Nella in Schicchi), Helga Sergio (conversa), Domitilla Lai (novizia), Virginia Puccini (suor Osmina), Candida Guida (Zita), Marco Voleri (garzone in Sancta Susanna e Gherardo in Schicchi), Marco Iannattoni (Gherardino), Daniele Piscopo (Betto di Signa), Marco Innamorati (Simone), Emilio Marcucci (Marco), Giovanni Di Mare (Maestro Spinelloccio), Alessandro Martini (ser Amantio), Franco Bocci (Pinellino), Massimo Dolfi (Guccio).

Sia Sancta Susanna che Suor Angelica destarono scandalo in passato per i temi trattati (nell’una la sensualità nell’estasi, nell’altra il suicidio) ma in realtà sono entrambe due capolavori, ed è interessante confrontarne i modi e lo stile, da un lato dell’espressionismo tedesco hindemithiano, dall’altro del grande Lucchese.

Alla cupezza espressionista di Hindemith, che sul testo del dramma originale di August Stramm realizza un equilibrio perfetto e raffinato tra forma musicale e contenuto drammatico, fanno infatti qui da contraltare il sentimento religioso che pervade il cammino di redenzione in Suor Angelica con le sue melodie suadenti e i suoi temi quantomai precisi in un tempo, gli anni ’20,  in cui  si negava persino l’esistenza di un linguaggio musicale e poetico e si aspirava a un deciso rinnovamento musicale, e il divertimento farsesco del Gianni Schicchi, lavoro dove Puccini esalta il ritmo, musicalmente e come azione, e con esso riporta in vita, intelligentemente, tutti gli stilemi dell’opera buffa.

Così annota Lorenzo Maria Mucci: «Tre storie di un’ideale “umana” commedia in quanto raccontano di scelte, di stupori, di dolori e passioni che l’umanità dei protagonisti deve affrontare. […] In uno spazio scenico che è scatola caratterizzata dal fondo oro di tanti dipinti della nostra storia, si muovono queste icone che sono animate da passioni, prendono vita innamorandosi, scoprendo il proprio corpo, godendo della bellezza della Natura, soffrendo, desiderando, commettendo errori. Spazio mistico e dell’intelletto, caratterizzato da un’aura sacrale che viene continuamente corrotta e rinnovata, riscaldata dalla vita che entra continuamente nella scatola (così come negli spazi del convento, nella casa / camera mortuaria), dalle finestre, dalle porte. La vita, imperfetta, si riverbera sull’oro delle pareti, reclama sacrifici, prese di posizione, promette futuro, disillude rinnovando e poi disilludendo di nuovo, in tempi e modi diversi, la promessa di felicità e appagamento che da sempre muove l’animo umano.»

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