VIENNA: Ambrogio Maestri – Falstaff 12 dicembre 2016

VIENNA: Ambrogio Maestri – Falstaff 12 dicembre 2016

  • 15/12/2016

Falstaff

è l’ultima opera di Giuseppe Verdi. Il libretto di Arrigo Boito fu tratto da Le allegre comari di Windsor di Shakespeare, ma alcuni passi furono ricavati anche da Enrico IV, il dramma storico nel quale per la prima volta era apparsa la figura di sir John Falstaff.

Direttore: Zubin Mehta

Regia: David McVicar

Personaggi e Interpreti:

  • Falstaff: Ambrogio Maestri
  • Ford: Ludovic Tézier
  • Fenton: Paolo Fanale
  • Alice Ford: Carmen Giannattasio
  • Nannetta: Hila Fahima
  • Mrs. Quickly: Marie-Nicole Lemieux
  • Meg Page: Lilly Jørstad

Sceme: Charles Edwards

Costumi: Gabrielle Dalton

Luci: Paul Keogan

Già da sé Vienna merita il viaggio, aggiungi nel piatto la Staatsoper, mettici Zubin Metha, David McVicar, Ambrogio Maestri, Carmen Giannattasio… è allora che l’appuntamento con la scorpacciata diviene un fatto irrinunciabile.

Sempre più spesso ormai mi sento dire le parole “il teatro è morto!”, parole alle quali ho sempre risposto dicendo che sono quattromila anni che si dice che il teatro sia morto o che stia morendo. Dopo questo Falstaff però posso finalmente dire che il teatro è più vivo che mai. Il Re è vivo, viva il Re… e in questo caso il Re è Ambrogio Maestri, o meglio Sir AmbroJohn Falstaff, inteprete collaudatissimo e forte di più di 250 recite nel ruolo. Ma non basta, ci vuole qualcosa di più della sola esperienza per fare quello che solo Maestri sa fare. Per arrivare ad incarnare un personaggio come questo, nella sua complessa comicità, ben lungi dall’essere confusa con il ridicolo, occorre aver trovato la strada ed occorre percorrerla a lungo perseverando nel voler raggiungere la meta. Una meta che in questo caso possiamo certo dire sia stata raggiunta, perché è davvero difficile immaginare un’interpretazione migliore di questa.

 Ma facciamo due passi indietro e cominciamo con il dire di quanto difficile sia trovarsi a scrivere di un così grande capolavoro e di così grandi artisti, a partire dal regista scozzese Sir David McVicar, che si propone all’insegna di un rispetto oserei dire maniacale della drammaturgia e del libretto, pur non mancando nell’offrire scene piccanti già alla prima apertura del sipario, quando si vedono sbucare da sotto il letto su cui è sdraiato il Falstaff, un ragazzo con il posteriore scoperto ed una ragazza che campeggia per tutta la prima scena muovendosi sensualmente, ma mai volgarmente, di qua e di là por poi finire sopra al protagonista. Non il semi-nudo o le scene di sesso per dare scandalo, come purtroppo sempre più frequentemente ci viene proposto, ma più semplicemente complementari ad un contesto consono e di ottimo gusto. Nessuno scalpore, non l’indignazione si sono avvertite tra il pubblico viennese, bensì sane risate e approvazione, la stessa che di scena in scena ha accompagnato l’intera rappresentazione. Che dire poi dell’immenso maestro Zubin Metha, se non semplicemente divino! Scene e costumi poi, rispettivamente di Charles Edwards e Gabrielle Dalton, sono il perfetto coronamento della straordinarietà di questa produzione. Semplicemente perfette le luci di Paul Keogan. Ottimi tutti gli altri interpreti, cominciando da Ford interpretato da Ludovic Tézier, da Fenton interpretato da Paolo Fanale, Alice Ford Interpretata da Carmen Giannattasio, Nannetta da Hila Fahima, Mrs. Quickly da Marie-Nicole Lemieux e non ultima  Meg Page interpretata da Lilly Jørstad. Coro e Orchestra perfetti. Sold-out e applausi da stadio per tutti e ovazioni per Falstaff e per il Direttore.

Lascio quindi ad altri le obiezioni del caso, se mai ve ne fossero e i tecnicismi su come ha cantato questo o quella. Quello che invece mi preme comunicare con queste parole è che il teatro può ancora essere fatto bene, che questa produzione ne è la prova provata. Uno spettacolo che certo resterà negli annali e nel vivo ricordo di chi come me ha avuto la fortuna sfacciata di assistervi. Perciò umilmente mi inchino agli artisti, tutti, e ringrazio.

Roberto Cucchi

Bellissima anche la serata successiva trascorsa al concerto della pianista georgiana Ketevan Sepashvili nella sala Barocca in Wipplingerstrasse per la raccolta fondi da destinare all’acquisto di un pianoforte per bambino virtuoso che frequenta la scuola musicale Zakaria Paliashvili di Tblisi (Georgia) la cui famiglia non può permettersi la spesa. La pianista ha dato prova di grande talento eseguendo brani di Johannes Brahms, Frederic Chopin e Sergej Rachmaninoff, con grande successo.

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