VERONA: Die Zauberflöte – Wolfgang Amadeus Mozart, 24 gennaio 2024 a cura di Silvia Campana

VERONA: Die Zauberflöte – Wolfgang Amadeus Mozart, 24 gennaio 2024 a cura di Silvia Campana

  • 26/01/2024

Die Zauberflöte

Il flauto magico

Wolfgang Amadeus Mozart

Singspiel in due atti musicato da Wolfgang Amadeus Mozart nel 1791

su libretto di Emanuel Schikaneder e con il contributo di Karl Ludwig Giesecke


Direzione d’orchestra Gianna Fratta

Regia, scene e costumi Ivan Stefanutti

Personaggi e Interpreti:

  • Sarastro Alexander Vinogradov
  • Tamino Matteo Mazzaro
  • Regina della notte Anna Siminska
  • Pamina Gilda Fiume
  • Prima dama Marianna Mappa
  • Seconda dama Francesca Maionchi
  • Terza dama Marta Pluda
  • Papagena Giulia Bolcato
  • Papageno Michele Patti
  • Monostatos Matteo Macchioni

 

LUCI Emanuele Agliati

Filarmonico di Verona, 24 gennaio 2024


Ivan Stefanutti con il suo allestimento di  Die Zauberflöte, sorto in coproduzione fra i teatri di OperaLombardia, Verdi di Trieste e Opera Carolina ed ora presentato al teatro Filarmonico di Verona in apertura della nuova Stagione lirica 2024, sembrava volerne dare una lettura libera da complessi significati simbolici creando una spettacolo che sembra  porsi  in bilico tra il fascino di un libro di fiabe orientali ( Le Mille e una notte) e la differente magia di una produzione teatrale.

photo©Ennevi

Stefanutti, che firma anche scene e costumi, crea un mondo fatato in cui una certa semplificazione nel linguaggio sembra dominare sul gioco registico stesso, alla ricerca di una fruizione più diretta ed immediata. Proprio motivata da una volontà di creare maggior coinvolgimento e comprensione da parte del pubblico, si è deciso di presentare un ‘edizione che unisse alla versione in lingua originale dell’opera i dialoghi parlati in italiano. Non trattandosi di uno spettacolo dedicato alla didattica o comunque ad un ascolto da parte di un pubblico di neofiti, la scelta è apparsa un po’ azzardata, non tanto per cervellotiche prevenzioni ma per un semplice ragionamento riguardo all’omogeneità o meno di un determinato linguaggio musicale e forse, con queste premesse, un’edizione in lingua italiana (pur oggi impensabile) avrebbe forse potuto avere maggior senso.

photo©Ennevi

Detto questo, un metaforico tappeto magico trasporta dunque il pubblico in una sorta di microambiente in cui domina un gusto per un Oriente affascinante ed astratto, animato da variopinti costumi che ci proiettano in India, Thailandia (i magnifici tre genietti argentati), Cina e via discorrendo alla ricerca di un certo gusto per l’illustrazione d’epoca (Dulac)  restandone però sostanzialmente distante ed aderendo piuttosto ad un periodo in cui il pennarello aveva già sostituito la tempera.

La scena viene impostata attraverso una serie di quinte fisse che disegnano uno spazio scenico in cui diversi pannelli ed attrezzerie contribuiscono a costruire un ambiente dove i personaggi si muovono con semplice e funzionale gestualità.

Inserito in questo disinvolto teatrino si muoveva un cast eterogeneo.

photo©Ennevi

Alexander Vinogradov ha esibito per Sarastro una vocalità morbida e solenne e si è imposto per una bella omogeneità timbrica ed espressiva.

Eccellente sotto un profilo vocale ed interpretativo Gilda Fiume ha tratteggiato la sua Pamina con giusta e dolente espressività donando al carattere giusto risalto ed intensa misura teatrale.

photo©Ennevi

Matteo Mezzaro ha offerto al principe Tamino un timbro interessante ed una corretta teatralità ed il Papageno di Michele Patti, pur abbastanza convenzionale nei tratti (ma la regia poco veniva in aiuto) si è disimpegnato con sobria professionalità. Il soprano Anna Siminska ha affrontato con coraggio e misura il temibile personaggio della Regina della notte risolvendolo con sostanziale correttezza.

photo©Ennevi

Teatralmente e vocalmente disinvolte si ponevano le tre Dame (Marianna Mappa, Francesca Maionchi e Marta Pluda) così come i simpatici genietti Maria Vittoria Caputo, Carlotta Caruso e Anna Russo.

Musicalmente corretti ed in linea con i loro personaggi Matteo Macchioni e Giulia Bolcato ben si ponevano quali Monostatos e Papagena.

Bene anche Viktor Shevchenko (Primo sacerdote/Secondo armigero), Gianluca Moro (Secondo sacerdote/Primo armigero) e Alberto Comes (Oratore).

Professionale il Coro della Fondazione diretto da Roberto Gabbiani.

photo©Ennevi

Convenzionale e sostanzialmente monocorde la direzione di Gianna Fratta alla guida dell’orchestra della Fondazione Arena di Verona.

Al termine una sala gremita di pubblico (molte le scuole presenti) ha mostrato di aver molto gradito lo spettacolo premiando artisti e direttore con numerosi applausi e chiamate.

Silvia Campana

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