VENEZIA: Il trionfo del Tempo e del Disinganno – Georg Friedrich Händel, 28 maggio 2023 a cura di Silvia Camapana

VENEZIA: Il trionfo del Tempo e del Disinganno – Georg Friedrich Händel, 28 maggio 2023 a cura di Silvia Camapana

  • 31/05/2023

Il trionfo del Tempo e del Disinganno

Georg Friedrich Händel


direttore Andrea Marcon
regia, scene e costumi Saburo Teshigawara
assistente alla regia e coreografia Rihoko Sato

Personaggi e Interpreti:

  • Bellezza Silvia Frigato
  • Piacere Giuseppina Bridelli
  • Disinganno Valeria Girardello
  • Tempo Krystian Adam

Orchestra del Teatro La Fenice

Teatro Malibran, 28 maggio 2023


Per la prima volta giunge a Venezia, nel prezioso spazio del Teatro Malibran, “Il Trionfo del tempo e del disinganno“ oratorio in due parti HWV 46a che G. F. Händel compose nel 1707 a Roma.

Secondo l’uso del tempo il libretto del cardinale Benedetto Pamphilj non tracciava una vera e proprio drammaturgica (al contrario della musica) ma si esauriva in un dibattito filosofico intorno ad una serie di concetti retorici.

La scelta del Teatro La Fenice ha voluto allora concentrarsi sulla complessa teatralità della partitura che, oltre a trovare espressione nel confronto retorico dei quattro protagonisti (Bellezza, Piacere, Tempo e Disinganno) in conflitto e perpetua tensione, si amplia qui attraverso un ulteriore dimensione artistica, quella della danza, perfettamente adatta a valorizzare con il corpo tutto ciò che spesso la parola non riesce ad esprimere.

Così al coreografo Saburo Teshigawara (già Leone d’oro alla carriera per la Danza nel 2022) è stata affidata la veste scenica dello spettacolo: regia, scene, costumi, light design e, naturalmente, coreografia.

Teshigawara pensa di rivolgere la sua attenzione all’aspetto poetico che anima l’oratorio händeliano andando a toccare temi universali e sempre attuali, quali appunto l’eterno conflitto tra la perpetua ricerca del piacere e della bellezza e l’inesorabile scorrere del tempo.

Una riflessione espressa in scena attraverso una struttura lineare e semplice, una cornice cubica composta da quattro elementi in continuo movimento che ospita quattro cantanti e quattro danzatori, espressioni diverse dei quattro personaggi centrali.

L’azione impostata dal coreografo mira a creare uno spazio scenico vitale ed empatico in cui la musica può ampliare i propri forti respiri e significati.

Tutto sembra veicolare il tema centrale, una perenne discussione filosofica che oscilla dalla purezza della linea del canto facendosi carne e dolore nella sua espressione tersicorea.

Il mondo del teatrodanza, con la sua morbida lentezza così come fulminea e nevrotica pulsione, si sposa così perfettamente con il canto a cui non va mai a sovrapporsi.

Nel mondo dell’opera barocca spesso si assiste al tentativo di rendere figurativo il linguaggio musicale magari sfruttando il dinamismo della partitura ma in questo caso il taglio concettuale appare differente ed alla ricerca di un linguaggio comune che vada oltre la superficie e possa esprimere compiutamente i conflitti dell’animo umano.

Detto questo, impossibile non restare rapiti dalla magnetica armonia dei quattro danzatori: lo stesso Teshigawara, l’assistente alla regia e coreografia Rihoko Sato, figura centrale del suo universo creativo cui dona sofferto magnetismo, e i flessuosi Alexandre Ryabko e Javier Ara Sauco.

Impegnata nel personaggio di Bellezza, Silvia Frigato è ben riuscita a sottolinearne la complessità attraverso una vocalità raffinata e musicalmente precisa che ben ha contribuito a renderne i forti chiaroscuri attraverso una sensibilità espressiva vincente e sofisticata.

Giuseppina Bridelli ha reso il carattere di Piacere con giusta teatralità ed ugual malia mentre Valeria Girardello ha donato a Disinganno morbidezza ed accento corretto propri della sua vocalità.

Professionale e compito il Tempo tratteggiato da Krystian Adam.

Andrea Marcon, alla guida dell’orchestra del Teatro La Fenice, ha concentrato la sua attenzione su di una lettura vigorosa e solenne, perfettamente in sintonia con il particolare mood dello spettacolo che, in questo significativo insieme di temi e strumenti artistici, il pubblico che gremiva il Malibran ha ben mostrato di apprezzare.

Silvia Campana

 

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