Teatro Alighieri 9 e 10 gennaio: L’amico Fritz di Mascagni

Teatro Alighieri 9 e 10 gennaio: L’amico Fritz di Mascagni

  • 08/01/2016

L’AMICO FRITZ

commedia lirica in tre atti di Pierre Suardon
dal romanzo omonimo di Erckmann-Chatrian
musica di Pietro Mascagni
(Casa Musicale Sonzogno)

 

direttore: Donato Renzetti
regia: Leo Nucci – regista collaboratore Salvo Piro

 

  • Suzel: Sarah Baratta – Clarissa Costanzo
  • Fritz Kobus: Ivan Defabiani – Angelo Fiore
  • Beppe lo zingaro:  Aloisa AisembergNicole Brandolino
  • David il rabbino: Ernesto Petti – Giovanni Tiralongo
  • Federico:  Aleandro Mariani
  • Hanezò: Mariano Buccino
  • Caterina: Marta Mari

scene: Carlo Centolavigna
costumi:  Artemio Cabassi
disegno luci: Claudio Schmid

Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
maestro del coro: Corrado Casati

Voci bianche del Coro Farnesiano di Piacenza
maestro del coro Mario Pigazzini

Piacenza per Expo 2015
Progetto Opera Laboratorio 2015

nuovo allestimento

coproduzione Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione Teatro Comunale di Modena
Teatro Alighieri di Ravenna, Teatro Rendano di Cosenza

comunicato stampa

La Stagione d’opera apre il 2016 con una rarità: L’amico Fritz di Mascagni

Teatro Alighieri 9 gennaio (ore 20.30) e domenica 10 (ore 15.30)

Conclusa la Trilogia d’autunno dedicata a Puccini la Stagione lirica del Teatro Alighieri apre il 2016 ancora all’insegna dell’opera italiana: L’amico Fritz di Pietro Mascagni in programma sabato 9 (turno A, alle 20.30) e domenica 10 gennaio (turno B, pomeridiana alle 15,30). Mai rappresentata prima a Ravenna l’opera di Mascagni, nel nuovo allestimento frutto di una collaborazione fra i teatri di Piacenza, Ravenna e Modena con la regia di Leo Nucci e la direzione di Donato Renzetti, alla guida dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, arriva all’Alighieri dopo il debutto al Municipale di Piacenza nello scorso ottobre.
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Sempre nell’ambito del Progetto Opera Laboratorio dedicato alla formazione e alla selezione di giovani cantanti che cura da alcuni anni il grande baritono, dopo Luisa Miller e L’elisir d’amore, si cimenta, nuovamente in veste di regista, nella seconda opera di Pietro Mascagni: L’amico Fritz che debutto al Teatro Costanzi di Roma il 31 ottobre 1891. Piccolo capolavoro, oggi immeritatamente trascurato, del teatro in musica italiano di fine Ottocento, L’amico Fritzincarna pienamente lo spirito della Belle Époque. L’ambiente domestico, i sentimenti a fatica espressi dai protagonisti, la delicatezza dei temi trattati, primo fra tutti la scoperta e l’accettazione dell’amore, ne fanno un’opera da rivalutare. Se alcuni momenti sono sopravvissuti al giudizio del tempo, primi tra tutti il Duetto delle ciliegie e l’Intermezzo, altri meritano di nuovo la nostra attenzione, come «Son pochi fiori» o «O pallida che un giorno».
Il cast è formato dai giovani cantanti selezionati per il laboratorio 2015: Sarah Baratta e Clarissa Costanzo (Suzel), Ivan Defabiani e Angelo Fiore (Fritz Kobus), Nicole Brandolino e Aloisa Aisemberg (Beppe lo zingaro), Giovanni Tiralongo e Ernesto Petti (David il rabbino), Aleandro Mariani (Federico), Mariano Buccino (Hanezò) e Marta Mari (Caterina). Il Coro del Teatro Municipale di Piacenza e le Voci bianche del Coro Farnesiano di Piacenza sono preparati rispettivamente da Corrado Casati e da Mario Pigazzini. Leo Nucci si avvale per l’allestimento dei collaboratori già sperimentati nelle produzioni precedenti: il regista collaboratore Salvo Piro, lo scenografo Carlo Centolavigna, il costumista Artemio Cabassi e il light designer Claudio Schmidt.
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Tratta dal romanzo omonimo firmato Erckmann-Chatrian (due scrittori nati in Alsazia che firmarono congiuntamente una lunga serie di racconti, romanzi e lavori teatrali destinati a un pubblico vasto e popolare) l’opera fu data alle scene nel 1891, un anno dopo il sensazionale successo di Cavalleria rusticana, che aveva fatto sperare in una rinascita dell’opera italiana dopo una crisi ultradecennale. Con questo secondo titolo, Mascagni ottenne un risultato talmente trionfale, per il pubblico di allora, da renderlo il compositore più promettente della giovane generazione. L’amico Fritz ebbe una riduzione teatrale di Angelo Zanardini (librettista di melodrammi di Ponchielli e Catalani, tra gli altri), che tuttavia non piacque a Mascagni. Il compositore avrebbe voluto affidare il testo del libretto a Giovanni Targioni Tozzetti e Guido Menasci, gli autori della riduzione di Cavalleria rusticana, ma l’editore Sonzogno impose Nicola Daspuro, pur accettando la collaborazione dei due poeti livornesi. A seguito di modifiche importanti al finale da parte di Targioni Tozzetti e Menasci, Daspuro rifiutò di firmare l’opera e fece sostituire il proprio nome con l’anagramma P. Suardon.

La vicenda narrata è imperniata sulla figura di Fritz Kobus, ricco benefattore tuttavia cinico nei confronti dell’amore coniugale e pertanto deciso a rimanere scapolo, che il rabbino David vuole far convolare a nozze con la bella Suzel, la figlia del fattore di Fritz. L’opera è ambientata in Alsazia e Leo Nucci ha scelto di accentuare la connotazione ebraica del libretto.
Celebri sono, nel secondo atto, il “duetto delle ciliegie”, in cui il risveglio della natura in primavera e il canto degli uccelli nel nido sono celebrati da Suzel e diventano metafora dell’amore nascente tra la bella contadina e Fritz, e il “duetto della Bibbia”, in cui, facendo raccontare a Suzel la storia di Rebecca al pozzo, il rabbino David ha conferma dell’amore della giovane per il suo padrone.
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L’opera piacque particolarmente oltralpe, dove veniva riconosciuta come degna rappresentante della tradizione musicale italiana, tanto che il critico Eduard Hanslick, a seguito dell’esecuzione viennese del 1892, scrisse a proposito di Mascagni che “nessun grande ha avuto qui gli onori, le dimostrazioni, le ovazioni che si fecero a questo illustre erede della musica italiana”. Gustav Mahler la diresse ad Amburgo nel 1893 e scrisse alla sorella Justine: “Considero L’amico Fritz un deciso passo verso il dopo Cavalleria […] avendo compreso le sue sottigliezze e le sue difficoltà di esecuzione”. Curò particolarmente lo studio della partitura e nella stessa lettera dichiarava con orgoglio che Franz von Jauner, che aveva ascoltato Mascagni dirigere l’opera al Prater, “per tutta la serata aveva creduto che Mascagni stesso fosse stato sul podio e che io ero stato fedele nei più piccoli dettagli al suo stile. A questo punto mi è anche chiaro che esistano molti punti di contatto tra Mascagni e me”.

Info e prevendite: tel. 0544 249244 – www.teatroalighieri.org
Biglietti da 14 a 45 euro. Speciale giovani: under 14 5 euro; 14/18 anni 50% tariffe ridotte.

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