MILANO: si conclude il 27 e 28 maggio la tournée di RE CERVO

MILANO: si conclude il 27 e 28 maggio la tournée di RE CERVO

  • 14/04/2017

opera di Angelo Inglese

libretto e regia Paolo Bosisio

 

scene e costumi Domenico Franchi

assistente alla regia Adrian Mărginean

produzione di Teatrul Muzical “Nae Leonard” (Galați, România)

con Denys Pivnitskyi, Adelina diaconu, carmine Monaco d’Ambrosia, Silvia Alice Niță, Adrian Mărginean, Adrian Ionescu, Dominic Cristea, Sebastian Băncilă, Iosefina Solon, Monica Şerban

BIGLIETTERIA


La fortuna che le fiabe gozziane ebbero sulle scene fu effimera, eccezion fatta per le due che si trasformarono in altrettanti capolavori del repertorio operistico per mano di Prokof’ev che trasse nel 1921 dall’omonima fiaba gozziana la sua opera L’amore delle tre melarance, e di Giacomo Puccini che compose nel 1926Turandot, su libretto di Giuseppe Adami e Renato simoni.

La composizione del libretto del Re cervo mi ha impegnato in un importante lavoro di riduzione e di revisione del testo per trasformarlo in un libretto. Il lavoro dalle sue fasi iniziali è stato sviluppato nel contesto e si è potuto avvalere del contributo, di un laboratorio universitario presso la statale di Milano.

In tale laboratorio è stata discussa la concezione del libretto e sono stati raccolti impulsi e spunti importanti ai fini della sua elaborazione finale.

Ridotti i personaggi da 11 a 8, scartata l’ipotesi di un coro, ho, in un primo momento, cercato di salvare la maggior parte dei versi scritti da Gozzi, impegnandomi a versificare le parti che l’autore aveva in origine lasciato all’improvvisazione degli attori o scritte in prosa. Attraverso le successive stesure mi sono, tuttavia, reso conto della necessità di distaccare il libretto dall’andatura maestosa e poco musicale dell’endecasillabo sciolto usato da Gozzi per le parti in versi, optando per un’alternanza metrica più libera, che si è mano a mano adeguata ai diversi “pezzi” che si andavano costituendo. Allontanandomi progressivamente dall’originale, ho dovuto affrontare in modo sempre più massiccio l’azzardo di dare vita a un “falso” linguistico e stilistico che consentisse una gradevole fusione dei versi d’autore con quelli che andavo più o meno autonomamente componendo. Un italiano letterario di sapore settecentesco e un dialetto veneto di intonazione veneziana sono così venuti a costituire il tessuto del mio libretto, nel quale mi sono divertito a inserire, qua e là, impertinenti tasselli di linguaggio contemporaneo e “plebeo”. La terza parte del mio lavoro si è svolta a contatto con il compositore Angelo Inglese con cui ho condiviso la gioia di dar vita a un’opera serio-faceta, in cui il divertimento avesse la meglio sui languori sentimentali e specialmente sul moralismo decisamente datato presente nella fiaba originale.

Al divertimento e alla leggerezza ho cercato di ispirarmi per mettere in scena il nostro Re cervo, la cui concezione scenografica – dovuta al genio creativo di Domenico Franchi – ha tenuto conto di una tournée già programmata in luoghi scenici assai diversi fra loro e della volontà di fare salve – pur nelle complicazioni aggiuntive create dalle esigenze del canto le “meraviglie delle trasformazioni” di barocca memoria.

Le scelte interpretative rifuggono da ogni tentazione realistica e preferiscono il disegno di caratteri quasi trasparenti nella esilità della loro concezione che nulla vuole rivendicare delle umane psicologie. I personaggi sono figurine di carta colorata, chiamate a dare vita a una favola, come quelle che le nonne una volta raccontavano ai loro nipotini accanto al focolare.

Libretto e messa in scena valorizzano il contesto sensoriale, fulcro del progetto senses. Una fiaba teatrale musicata in cui il re è tramutato in cervo, grazie alle arti magiche di un cortigiano infedele – esalta il fiabesco alla pura teatralità melodrammatica. L’udito e la vista vengono in tal modo estremamente sollecitati per coinvolgere un pubblico eterogeneo.

Paolo Bosisio

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