LIEGI: MESE MARIANO e SUOR ANGELICA, 29 gennaio 2022 a cura di Roberto Cucchi

LIEGI: MESE MARIANO e SUOR ANGELICA, 29 gennaio 2022 a cura di Roberto Cucchi

  • 02/02/2022

MESE MARIANO

Umberto Giordano

SUOR ANGELICA

Giacomo Puccini

 

Direttore Oksana Lyniv 

Regia Lara Sansone

Personaggi e Interpreti:

MESE MARIANO

  • Carmela Serena Farnocchia
  • Madre Superiora Violeta Urmana
  • Suor Pazienza Sarah Laulan
  • La Contessa Aurore Bureau
  • Suor Cristina Julie Bailly
  • Suor Celeste Morgane Heyse
  • Suor Maria Natacha Kowalski
  • Don Fabiano Patrick Delcour

SUOR ANGELICA

  • Suor Angelica Serena Farnocchia
  • La zia Principessa Violeta Urmana
  • La Badessa Julie Bailly
  • La suora zelatrice Sarah Laulan
  • La maestra delle novizie Aurore Bureau
  • Le cercatrici Natacha Kowalski, Julie Bailly
  • Suor Genoveffa Morgane Heyse

Scene Francesca Mercurio

Costumi Teresa Acone

Luci Luigi della Monica 

Orchestra, Coro, Maestri e Tecnici OPÉRA ROYAL DE WALLONIE-LIÈGE

Maestro del Coro Denis Segond

 

Opéra de Royal de Wallonie-Liége, 29 gennaio 2022


Proposta interessante il dittico in stagione operistica all’Opera Royal de Wallonye: Mese mariano, in un atto, di Umberto Giordano su libretto Salvatore Di Giacomo (che realizzò un adattamento del proprio dramma ‘O Mese Mariano, a sua volta derivato dalla novella Senza vederlo) e Suor Angelica, un’opera lirica in un atto di Giacomo Puccini su libretto di Giovacchino Forzano facente parte del Trittico (insieme con il Tabarro e Gianni Schicchi).

Violeta Urmana, Mese Mariano – (c) J Berger – ORW-Liège

Descritta come bozzetto, Mese mariano vide la sua prima rappresentazione il 17 marzo 1910 al Teatro Massimo di Palermo. In soli 35 minuti racconta la vicenda di Carmela che presa dal senso di colpa si reca in visita all’orfanotrofio dove ha “posto” il suo bambino, senza sapere che e morto la sera prima.

Violeta Urmana – Mese Mariano – (c) J Berger_ORW-Liège-

Suor Angelica vide la sua prima assoluta al Metropolitan di New York il 14 dicembre 1918, mentre la prima europea trovò spazio al Teatro Costanzi di Roma l’11 gennaio 1919 diretta da Gino Marinuzzi alla presenza del compositore dove aggiunse l’aria Senza mamma che in seguito divenne famosa. In un convento nei pressi di Siena, verso la fine del XVII secolo, la zia Principessa si reca in visita a Suor Angelica per la firma di un documento che approva la destinazione dei beni ereditari in favore della sorella Anna Viola in procinto di sposarsi. Suor Angelica chiede notizie alla zia del proprio figlio che non vede da sette anni. La zia, indignata dai trascorsi della nipote che avrebbero macchiato l’onore della famiglia, motivo per il quale si è decisa la clausura e il conseguente affido del bimbo, è riluttante nel dare una risposta. In seguito alle insistenze finirà però per confessare la morte del figlioletto per malattia. Suor Angelica decide di acconsentire alla rinuncia dei beni, e esperta di medicamenti ed erbe, decide di prepararsi una pozione per darsi la morte.

Violeta Urmana – Suor Angelica – (c) J Berger_ORW-Liège

Opere simili nella sostanza, ma ancor più nell’ambientazione cui trovano svolgimento le vicende. Sublimi le musiche di Giordano in cui si respira, con l’entrata della Madre Superiora nella prima scena, l’atmosfera del primo atto di Andrea Chénier con l’entrata della Contessa di Coigny. Sono 35 minuti, è vero, ma di autentico talento e genio musicale dentro ai quali ogni inteprete ha occasione di intervenire per mostrare le sue qualità. Carmela, qui interpretata dal soprano Serena Farnocchia, ha senz’altro la migliore occasione in cui mettersi alla prova: la voce non è più freschissima e il ruolo impone un’estensione generosa che l’artista affronta con coraggio, ma il meglio che ne risulta è una recitazione di tutto rispetto.

Serena Farnocchia, Mese Mariano – (c) J Berger_ORW-Liège

Altra parte che richiede impegno é quella della Madre Superiora, qui interpretata con tutto il peso che solo una star può imprimere al ruolo, dal mezzo e soprano Violeta Urmana; certo la voce non è più quella d’un tempo, ma la maestria nel caratterizzare il personaggio compensa ampiamente. Di colore bellissimo il timbro vocale di Aurore Bureau nella Contessa e bene il Don Fabiano di Patrik Delcour. Completano diligentemente il cast, Suor Pazienza del mezzosoprano Sarah Laulan, Suor Cristina di Julie Bailly, Suor Celeste di Morgane Heyse e Suor Maria di Natacha Kowalsky.

Violeta Urmana e Serena Farnocchia, Suor Angelica – (c) J Berger_ORW-Liège

Stessi interpreti per l’opera pucciniana In cui le parti principali di Suor Angelica e Zia Principessa sono affidate rispettivamente al soprano Serena Farnocchia e al mezzo Violetta Urmana e per le quali valgono pressoché le stesse osservazioni, se vogliamo con l’aggiunta di un maggior impegno vocale e i risultati che ne conseguono. Resta ferma l’opinione sulla grandezza delle due artiste che rappresentano. Comunque bene il resto del cast in cui non figurano voci maschili.

Violeta Urmana – Suor Angelica – – (c) J Berger_ORW-Liège

La bacchetta è affidata alla ucraina Oksana Lyniv, recente acquisto in veste di direttore musicale al Teatro Comunale di Bologna. Dal podio giunge chiaro lo stretto ed ottimo contatto con l’orchestra residente che obbedisce restituendo un prodotto di altissimo livello. Il rapporto con il palco appare più che soddisfacente: la scelta dei tempi, delle dinamiche e delle enfasi caratterizzano un personale “sentire” della vicenda in atto fuori dagli schemi e degna di interesse.

Serena Farnocchia, Suor Angelica – (c) J Berger_ORW-Liège

La regia di Lara Sansone si colloca nella rosa del pieno rispetto della tradizione oltre che della Chiesa Cattolica (cosa che merita una digressione: per quanto possa piacere a chi si trova a dover scrivere di teatro, potersi dedicare alla critica più o meno positiva di guizzi e lazzi da parte di registi -creativi-, qualche volta fa anche piacere non doversi arrovellare per comprendere i motivi delle più discutibili scelte), di facile lettura, pulita e sensata nei movimenti. Le scene sono di Francesca Mercurio e svolgono a dovere il loro compito; un appunto lo si potrebbe fare per quel che concerne il praticello visibilmente sintetico o per la gigantografia del paesaggio sullo sfondo, anch’esso poco realistico, ma questo riguarda forse le luci di Luigi della Monica che per il resto paiono ottime. Benissimo il Coro residente preparato da Denis Segond, e a dir poco sorprendente il Coro delle voci bianche (del quale non è data indicazione) per la perfetta intonazione e coordinamento. Molto belli i costumi curati da Teresa Acone.

Serena Farnocchia – Suor Angelica – (c) J Berger_ORW-Liège

Applausi calorosi e ritmati alla ribalta da parte del pubblico (contingentato per le restrizioni anti covid) che non ha fatto mancare il suo tributo

Roberto Cucchi

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