LIEGI: Le dernier sorcier – Pauline Viardot, 29 gennaio 2022 a cura di Roberto Cucchi

LIEGI: Le dernier sorcier – Pauline Viardot, 29 gennaio 2022 a cura di Roberto Cucchi

  • 31/01/2022

Le Dernier Sorcier

Pauline Viardot

 

Direttore Ayrton Desimpelaere
Regia e adattamento Davide Garattini Raimondi

Personaggi e Interpreti:

  • Krakamiche Roger Joakim
  • Stella Marion Bauwens
  • Principe Lelio Marie-Catherine Baclin
  • Perlimpinpin Vincent Ordonneau
  • Verveina Julie Vercauteren
  • La regina degli elfi Blandine Coulon

Scene e luci Paolo Vitale

Costumi Domenico Franchi

Coreografia e adattamento Barbara Palumbo

Opéra Royal de Wallonie, 29 gennaio 2022


Liegi (in italiano): in francese Liège, in vallone Lidje, in olandese Luik, in tedesco Lüttich… e non fosse stato per l’intervento provvidenziale di un giovane ingegnere sivigliano laureato a Milano, difficilmente saremmo stati in grado di azzeccare il treno giusto in partenza dal Brusselles Airport-Zaventem. Già, perché sul biglietto c’è scritto Liège, sulla banchina Luik, e se tanto ancora non bastasse, bisogna effettuare un cambio a Louvain dove il nome ultimo della destinazione cambia ancora in Lidje. In realtà gli spostamenti sono confortevoli e agili, i costi non proprio contenuti (circa 20 euro per una tratta di 50 minuti a bordo di un treno simile ai nostri regionali), ma bisogna aver ben chiaro il percorso nelle sue varianti linguistiche per non cadere in errore.

Impossibile non restare sorpresi all’arrivo nella stazione ferroviaria di Liegi-Guillemins: un’autentica cattedrale di luce in acciaio e vetro-mattone disegnata dal celebre architetto Santiago Calatrava; un’opera di dimensioni colossali (200 metri di lunghezza, 73 di larghezza e 40 di altezza) eppure tanto leggera e delicata nel suo aspetto. Capoluogo della Vallonia, regione orientale del Belgio, si trova a circa 50 chilometri dalla tedesca Aquisgrana e ad una trentina da Maastricht, nei Paesi Bassi. Poco meno di duecentomila abitanti, si sviluppa sulle rive della Mosa, importante fiume che trova le sue sorgenti in Francia, attraversa il Belgio per terminare la sua lunga corsa di 950 chilometri nel Mare del Nord nei Paesi Bassi.

Altrimenti detta la cité ardente, Liegi deve il suo appellativo al titolo del romanzo cavalleresco del conte Henry Carton de Wiart, La città ardente, in cui si narra dell’eroica resistenza dei suoi cittadini e della città che sarebbe bruciata per intere settimane. Un ardore che ancora permea una città vivace e fervente di attività.


Le dernier sorcier © ORW-Liège – J. Berger

Sperando fin qui di non avervi tediato con il diario di viaggio arriviamo dunque all’Opéra Royal de Wallonie, la cui inaugurazione risale al 1820. In stile neoclassico, si deve la sua costruzione al re Guglielmo d’Orange che cedette alla città di Liegi il suolo e gli edifici del vecchio convento dei domenicani a condizione che vi venisse edificato un teatro. Pur con il suo colonnato, l’esterno non desta particolare interesse (ma questo val forse per noi italiani, sì tanto abituati al bello da non riuscire più neanche a vederlo, e peggio, a valorizzarlo); altra cosa invece la sala, capace di circa mille spettatori divisi tra platea e quattro ordini organizzati in comode gallerie. Bellissima, ma anche dotata di un’acustica pressoché perfetta.

Le dernier sorcier © ORW-Liège – J. Berger

Quindi eccoci finalmente a Pauline Viardot, compositrice della quale abbiamo già dato un breve resoconto in occasione della Cendrillon (Cenerentola) andata in scena in quel del Teatro Coccia di Novara (qui la recensione). Figlia del più ben noto tenore Manuel Garcia e sorella dell’altrettanto noto soprano Maria Malibran, Michelle Ferdinande Pauline Garcia (in arte Pauline Viardot) di origine spagnola e stata mezzosoprano, pianista e valente compositrice, ed è proprio in Belgio (a Brusselles per l’esattezza) che affrontò il suo debutto in un recital di canto. Dalla collaborazione e amicizia con lo scrittore e drammaturgo russo Ivan Sergeevič Turgenev è nata Le dernier sorcier (ovvero L’ultimo stregone), un interessante opera da camera in due atti adatta ai bambini.

Krakamiche ha perso i suoi poteri ed è ormai ostaggio dei dispetti da parte degli elfi infastiditi dalla sua presenza nel bosco. Lo stregone è fortemente legato alla figlia Stella innamorata del principe Lelio e ne ostacola il matrimonio. Solo grazie all’intervento della regina degli elfi i due riusciranno a convolare a nozze e ad andare a vivere nel castello portando con sé lo stregone che lascerà così libera la foresta restituendola ai legittimi abitanti.

Le dernier sorcier © ORW-Liège – J. Berger

Meritevole delle migliori attenzioni, Pauline Viardot è divenuta oggetto di un comitato di studio di cui è membro il regista Davide Garattini Raimondi, il quale in collaborazione con Barbara Palumbo (coregista e coreografa), ripensa l’ambientazione originaria della foresta trasportando la vicenda all’interno di una discarica. Krakamiche, ottimamente interpretato da Roger Joakim, la figlia Stella dal bravo soprano Marion Bauwens oltre all’assistente Perlimpinpin incarnato da Vincent Ordonneau, vivono sommersi dai rifiuti, la qual cosa non può che infastidire gli elfi che a buon diritto vorrebbero sbarazzarsi dell’ingombrante presenza.

Le dernier sorcier © ORW-Liège – J. Berger

Di qui il messaggio oggetto della proposta educativa pensata per il giovane pubblico e destinata ad un lungo itinerario per i teatri belgi. Spiruline e Gelsomine, rispettivamente Maud Brambach e Coralie Meinguet svolgono egregiamente il ruolo di animatrici coinvolgendo il pubblico con la sperimentazione di sonorità musicali: schiocco delle dita o battiti ritmati delle mani sulle ginocchia, e cosa curiosa, lo sfregamento delle mani che produce un effetto simile al soffiare del vento tra le foglie degli alberi. Marie Catherine Baclin (mezzosoprano) veste i panni del principe Lelio, Blandine Coulon quello della regina degli elfi e Julie Vercauteren Verveine (il capo degli elfi). A completamento del cast, l’ottimo ensemble corale degli elfi composto da Jiancheng Song, Zoé Skotnicki, Lauriane Gay-Perret, Cecilia Real, Marie Magrofuoco e Leila Attigui.

L’esecuzione dell’opera non è certo delle più semplici: arie e recitativi parlati si alternano a concertati che insieme rendono l’azione vivace e interessante, a patto che tutte le parti in gioco siano dotate di notevole talento artistico… e in questo caso che dire se non chapeau!

I movimenti scenici sono ben pensati, catturano e tengono alta l’attenzione su quanto sta avvenendo, abbastanza chiari da rendere l’azione leggibile anche ad uno spettatore straniero capace in prima battuta di comprendere solo una piccola parte del testo in francese.

Le piacevoli scene un po’ naïves e le luci sono curate da Paolo Vitale e i bellissimi costumi da Domenico Franchi.

Resta da parlare del golfo mistico in cui troviamo solo tre elementi, il pianoforte di Véronique Tollet che ha curato anche gli studi musicali, le percussioni di Lucas Bovy, e la baguette (che per i francofoni rappresenta oltre al pane anche la bacchetta, compreso quella magica di Krakamiche) del Maestro Ayrton Desimpelaere. Un’esecuzione impeccabile!

Le dernier sorcier © ORW-Liège – J. Berger

Trionfo alla ribalta finale con applausi ritmati per tutti gli interpreti da parte di un pubblico ampiamente soddisfatto e divertito.

Roberto Cucchi

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