LA TRAVIATA: Fidenza, 20 dicembre 2019

LA TRAVIATA: Fidenza, 20 dicembre 2019

  • 27/12/2019

La traviata 

opera in tre atti di Giuseppe Verdi 

su libretto di Francesco Maria Piave

 basata su La signora delle camelie, opera di Alexandre Dumas (figlio)

 

direttore Stefano Giaroli

regia Renato Bonajuto

 

personaggi e interpreti principali:

  • Violetta Valéry  Renata Campanella
  • Flora Bervoix, sua amica Chinara Shirin
  • Annina, serva di Violetta,Chiara Capiluppi
  • Alfredo Germont Pietro Brunetto
  • Giorgio Germont, suo padre Filippo Polinelli
  • Gastone, Visconte di Létorières (n.p.)
  • Il barone Douphol Julius Loranzi
  • Il marchese d’Obigny Giulio Alessandro Bocchi
  • Il dottor Grenvil Massimiliano Catellani

Orchestra Filarmonica delle Terre Verdiane

Coro dell’Opera di Parma

Maestro del Coro Emiliano Esposito

Scene e Costumi Artemio Cabassi

nuova produzione G.P.M. Tullio Marchetti

Fidenza 20 dicembre 2019


Merita una breve digressione quel che concerne il Teatro Magnani la cui costruzione porta nello storico una lunga serie di peripezie e avvicendamenti. Iniziata su progetto dell’architetto Nicolò Bettoli e promossa da una cordata di 39 persone nel 1813, i lavori furono presto sospesi per mancanza di fondi. Nel 1831 la società promotrice fece richiesta al Comune di Fidenza perché acquistasse il Teatro, incontrando l’opposizione di Maria Luigia d’Austria (nota anche come Maria Luigia di Parma), che ritenne l’opera troppo onerosa. Solo 4 anni più tardi un violento nubifragio causò profondi danni alle strutture portanti non ancora terminate e al palcoscenico. Nel 1848 il Comune acquistò l’area contenente quelle che erano ormai divenute le rovine della costruzione, e finalmente nel 1854 si diede avvio alla costruzione affidando i lavori all’Ing. Antonio Armarotti che revisionò il progetto originario in funzione di una maggiore economicità. Dalle cronache risulta che il crollo inaspettato dell’adiacente chiesa di San Giovanni contribuì alla velocizzazione ed al risparmio sui materiali da costruzione. Il Teatro venne completato nel 1861 e inaugurato il 26 ottobre dello stesso anno con Il Trovatore di Giuseppe Verdi con le scene di Girolamo Magnani al quale è oggi intitolato per via delle decorazioni interne a lui attribuite.

 

Ad oggi il bellissimo edificio ha la funzione di contenitore e non rientra nel circuito dei teatri di tradizione ai quali è garantito un introito dal Fondo Unico per lo Spettacolo. A prendersi carico della produzione della stagione lirica è il Gruppo di Promozione Musicale intitolato a Tullio Marchetti costituitosi in quel di Fidenza nell’ormai lontano 1990.

Terza e ultima produzione della stagione, La traviata, raccoglie ampio consenso tra il folto pubblico fidentino (tutto esaurito). Gli applausi finali e a scena aperta ne sono la riprova, proprio laddove (non dimentichiamolo, ci troviamo quanto più prossimi a quelle che sono definite  per antonomasia le Terre Verdiane) tutti si conoscono tra loro al punto da formare una “famiglia” e più che altrove si corre il rischio di un sonoro dissenso.

La regia di Renato Bonajuto piace e molto, anche grazie ad una facile fruibilità che affonda le sue radici nell’esperienza e nella profonda conoscenza della drammaturgia dell’opera. La tradizione è messa al servizio di una modernità che non cerca soluzioni il cui fine ultimo è l’ormai consueto “purchè se ne parli”, piuttosto mette a disposizione del pubblico l’Opera come deve essere fatta, semplice e al contempo geniale, così com’è stata concepita. Artista noto a tutti ha collezionato negli anni innumerevoli successi, tra i più recenti si ricordano Aida all’interno del Festival Tones on the Stones, il Barbiere di Siviglia al Regio di Parma, ancora la Traviata al Teatro Coccia di Novara, il Falstaff per l’Opera di Stato in Turchia e che verrà replicato in Spagna l’anno venturo, e molti altri successi. Nel 2020 lo vedremo impegnato con la prima mondiale in tempi moderni di Tracollo di G.B.Pergolesi al Teatro di San Carlo a Napoli, poi con Tosca al Coccia di Novara e all’Opera Giocosa di Savona, e ancora con i Dialoghi delle Carmelitane sempre al Coccia e poi al Verdi di Pisa… Una carriera continua in ascesa che non smetteremo di seguire e sulla quale vi terremo informati.

Scene e costumi sono curati da Artemio Cabassi, un logo che non ha bisogno di presentazioni. Ottima ed espressiva la bacchetta del Maestro Stefano Giaroli alla guida della centratissima Orchestra Filarmonica delle Terre Verdiane. Degni di nota anche il Coro dell’Opera di Parma, bene istruito dal Maestro Emiliano Esposito.

Violetta Valèry è interpretata dal soprano Renata Campanella la cui vocalità desta certo interesse tanto per la qualità che per la tecnica. Personalmente rivedrei alcune delle scelte stilistiche che appaiono decisamente retrò. Al suo debutto assoluto, il tenore Pietro Brunetto, ci offre un tenero Alfredo Germont, poco baldanzoso forse perché intimidito dalla platea, ma ne siamo convinti, avrà modo di mostrare le sue doti con il crescere dell’esperienza e della sicurezza nel proprio mezzo.

Il baritono Filippo Polinelli, Giorgio Germont,  ha già all’attivo l’esperienza di chi calca le scene dei teatri di  massimo livello dimostrando sicurezza interpretativa ed un nobile fraseggio. Momento clou della rappresentazione proprio il duetto Violetta – Germont padre, espresso con notevole sensibilità da tutti gli elementi in gioco. Dignitosi la Flora di Chinara Shirin, Annina di Chiara Capiluppi, Gastone (n.p.) entrato in ultima istanza sostituzione dell’indisposto Antonio Calamorea, il Barone Douphol di Julius Loranzi, il Marchese di Obigny di Giulio Alessandro Bocchi e non ultimo il Dottor Grenvil di Massimiliano Catellani.

Prolungati applausi e continui richiami alla ribalta e cosa che avviene solo nelle più esclusive realtà di provincia, il pubblico si è a lungo intrattenuto nel foyer e ancora fuori del teatro a commentare positivamente la riuscita dello spettacolo!

Roberto Cucchi

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