COMO: La fanciulla del West – Giacomo Puccini, 14 gennaio 2022 a cura di Roberto Cucchi

COMO: La fanciulla del West – Giacomo Puccini, 14 gennaio 2022 a cura di Roberto Cucchi

  • 16/01/2022

Opera in tre atti. Musica di Giacomo Puccini. Libretto di Guelfo Civinini e Carlo Zangarini.
Prima rappresentazione: New York , Teatro Metropolitan, 10 dicembre 1910
Ed. Ricordi, Milano, Riduzione dell’organico orchestrale a cura di Ettore Panizza

 

Maestro Concertatore e Direttore Valerio Galli
Regia Andrea Cigni

Personaggi e Interpreti:

  • Minnie, titolare del locale “La Polka” Rebeka Lokar
  • Dick Jhonson, alias Ramerrez Angelo Villari
  • Nick, cameriere de “La Polka” Didier Pieri
  • Jack Rance, sceriffo Sergio Vitale
  • Ashby, agente della compagnia di trasporti Wells Fargo Andrea Concetti
  • Sonora, minatore Valdis Jansons
  • Trin, minatore Antonio Mandrillo
  • Sid, minatore  Federico Cavarzan
  • Bello, minatore Ramiro Maturana
  • Harry, minatore Marco Miglietta
  • Joe, minatore Giuseppe Raimondo
  • Happy, minatore Matteo Loi
  • Larkens, minatore Maurizio Lo Piccolo
  • Billy Jackrabbit, indiano pellirosse Gaetano Triscari
  • Wowkle, la sua donna Candida Guida
  • Jack Wallace, cantastorie girovago Christian Federici
  • José Castro, meticcio, della banda di Ramerrez Marco Tomasoni


Scene Dario Gessati
Costumi Tommaso Lagattolla
Luci Fiammetta Baldiserri

Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
Coro di OperaLombardia

Maestro del Coro Diego Maccagnola

Coproduzione Teatri di OperaLombardia

Nuovo allestimento


Immaginare uno scenario californiano ottocentesco, magari con i cavalli, gli speroni e le tradizionali Colt nel cinturone “non è più cosa”. Così è che la regia di Andrea Cigni, poggiandosi sulle belle scene dal gusto noir di Dario Gessati, compie un efficace ammodernamento dell’atmosfera da far-west nella quale, prima David Belasco (autore letterario di The Girl of the Golden West), poi Guelfo Civinini e Carlo Zangarini (librettisti), consegnarono il loro materiale al compositore. È il 10 dicembre 1910 quando Arturo Toscanini presenta il capolavoro pucciniano al Metropolitan di New York; Dick Johnson è interpretato niente meno che da Enrico Caruso, Minnie dal soprano ceco Emmy Destinn.

Da allora La Fanciulla del West entra di diritto nel repertorio del teatro collezionando centinaia di repliche, complice la cultura americana che meglio si identifica negli scenari western. Quegli stessi scenari che al di qua dell’oceano farebbero pensare a Sergio Leone ed ai suoi titoli arcinoti a tutti come Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più, Il buono, il brutto, il cattivo (che formano la cosiddetta “trilogia del dollaro”) o C’era una volta il West. Ma la miniera non è certamente cosa sola del west americano; si pensi soltanto all’intensa attività estrattiva nel recente passato in Sardegna con l’estrazione del carbone, del ferro all’Elba, in Liguria per il manganese e la braunite (la miniera Gambatesa è visitabile e offre un’esperienza unica), fino alle miniere aurifere (come quella della Guia) nelle valli piemontesi di Anzasca o Sesia, e se ne potrebbero citare molte altre.

TEATRO GRANDE DI BRESCIA LA FANCIULLA DELL’ WEST ANTEPIANO DELLO SPETTACOLO 17/09/2021 newreporter©favretto

I tempi della Fanciulla sono quelli soliti che fanno di Puccini un autore vicino al mondo della cinematografia, e in quest’opera forse più che in altre, l’avvicendarsi continuo dei personaggi del nutrito cast rende l’azione molto vivace. Certo, nello specifico di OperaLombardia, un cambio scena più rapido avrebbe consentito di evitare almeno la lunga pausa tra il secondo e il terzo atto, mantenendo in tal modo più alta la tensione, ma la macchina teatrale non è certo quella del Teatro alla Scala, e visti i buoni risultati, ci si contenta delle possibilità offerte.

Dunque, un bello spettacolo, dove la trasposizione temporale e logistica rispetto a  quanto indicato nella partitura ci rimanda ad uno scenario europeo e più attuale; risultato comunque coerente, ma che soprattutto, non va ad inficiare l’essenza stessa dei contenuti che al contrario vengono valorizzati. Del resto, la febbre dell’oro è ancor oggi la stessa e se anche sono cambiate le condizioni di lavoro (lo sono davvero?), certo non è cambiato il desiderio d’amore che un uomo, allontanatosi dalla civiltà, prova per l’unica donna reperibile sul mercato.

Minnie, qui interpretata dal soprano sloveno Rebeka Lokar, si presenta in abiti da lavoro (scarponi, jeans, camicia di flanella e montone) quasi dovesse calarsi anch’essa nei pozzi della miniera. Madre, sorella e amica (come sottolineato dal regista nelle note sul libretto di sala) diviene oggi come allora anche oggetto del desiderio. La barista del Polka, è certo una artista di vaglia e non perde l’occasione per dare ulteriore prova delle ottime doti vocali.

TEATRO GRANDE DI BRESCIA LA FANCIULLA DELL’ WEST ANTEPIANO DELLO SPETTACOLO 17/09/2021 newreporter©favretto

Dick Johnson, nonché il temuto criminale messicano Ramerrez, è interpretato dal tenore Angelo Villari; un timbro brunito e maschile che schiarisce in acuti sicuri e ben proiettati e che trovano pieno compimento nella non facile “ch’ella mi creda libero e lontano” : un’esecuzione da manuale. Il tenore Didier Pieri è un artista in costante crescita che stiamo seguendo con interesse; molto bene il suo Nick (cameriere del Polka). Molto bene anche l’interpretazione dello sceriffo Jack Rance (una sorta di Scarpia della Tosca) del baritono Sergio Vitale. Una mosca bianca Ashby, agente della compagnia di trasporti Wells Fargo, unico in abito elegante, bene interpretato dal basso Andrea Concetti.

Sonora il personaggio, e sonora anche la vocalità del prestante baritono Valdis Jansons. Segue l’infinita schiera di interpreti, tutti bene assortiti e centrati nel ruolo assegnato: Trin il minatore di Antonio Mandrillo, Sid il minatore di Federico Cavarzan, Bello il minatore di Ramiro Maturana, Harry il minatore di Marco Miglietta, Joe il minatore di Giuseppe Raimondo, Happy il minatore di Matteo Loi, Larkens il minatore di Maurizio Lo Piccolo, Billy Jackrabbit l’indiano pellerossa (o più politicamente corretto, nativo americano) di Gaetano Triscari e Wowkle (la sua donna) di Candida Guida, Jack Wallace il cantastorie girovago di Christian Federici, infine José Castro il meticcio (come si dice correttamente?) della banda di Ramerrez di Marco Tomasoni.

I costumi sono quelli di Tommaso Lagattolla, e le ottime luci quelle di Fiammetta Baldiserri. Davvero buona la prestazione coesa del Coro tutto al maschile di OperaLombardia preparato dal maestro Diego Maccagnola.

TEATRO GRANDE DI BRESCIA LA FANCIULLA DELL’ WEST ANTEPIANO DELLO SPETTACOLO 17/09/2021 newreporter©favretto

La direzione dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano, che come di consueto si dimostra all’altezza, è affidata alla bacchetta del maestro Valerio Galli interprete ormai comunemente apprezzato specie nel repertorio pucciniano. La sua è una lettura della riduzione Panizza (più opportuna che mai data la situazione Covid che impone un prudente distanziamento) capace di tenere sempre bene a fuoco le dinamiche e le enfasi pucciniane. Il gesto è chiaro, la tenuta è ottima. Prevedibile il meritato trionfo alla ribalta dove il pubblico gli ha tributato un lungo e sentito applauso.

Teatro non proprio pieno, il che è un peccato per un titolo che in Italia non giunge popolarissimo, ma che è certo meritevole delle stesse attenzioni che si dedicano alla Bohème piuttosto che alla Tosca. Pubblico ampiamente soddisfatto, giudizio finale al quale mi associo di buon grado.

Roberto Cucchi

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