BOLOGNA: C’ERA UNA VOLTA IL MUSICAL ITALIANO : OMAGGIO A GARINEI E GIOVANNINI

BOLOGNA: C’ERA UNA VOLTA IL MUSICAL ITALIANO : OMAGGIO A GARINEI E GIOVANNINI

  • 03/03/2017

I BSMT Singer in uno spettacolo con direzione musicale di Shawna Farrel

Al pianoforte Maria Galantino con la collaborazione di Vincenzo LiCausi

Testi a cura di Gabriele Bonsignori e Maria Galantino

Con la collaborazione di Alessandro Caria

Auditorium di Molinella (Bologna)

25 febbraio 2017 

 

a cura di Giacomo Agosti


Al termine della serata un direttore d’orchestra presente in sala ha detto a Maria Galantino : ‘tu dovresti scrivere un’opera’.

E ha aggiunto, ‘i soldi te li troviamo noi’.
Concordo almeno con la prima affermazione perché Maria, insieme a Gabriele Bonsignori, e’ riuscita in un’impresa che sembrava impossibile : ridare spessore, vorrei dire corpo  teatrale alle canzoni di Garinei e Giovannini.

Perché era così difficile ?

Provo ad attingere alla mia memoria.
Il ‘Ciao Rudy’ con Alberto Lionello e’ il primo spettacolo che ho visto nella mia vita. Una caratteristica storia familiare mi ha impedito di vedere la prima di ‘Aggiungi un posto a tavola’ che non ho mai più voluto recuperare. Ho mancato la ripresa di ‘Rinaldo in campo’ vent’anni fa e sono uscito a metà della ripresa di ‘Rugantino’ pochi anni fa.

La serata di Molinella era organizzata con i ragazzi della BSMT di Bologna, la scuola diretta da Shawna Farrel che, unica in Italia, fa dell’insegnamento del musical il punto di partenza per un arricchimento performativo e culturale.

Far cantare a dei ventenni le canzoni del Quartetto Cetra poteva far sembrare ancora più lontano l’obiettivo.
E invece no, perché mettendo i ragazzi a confronto con uno spartito anziché con un video di YouTube si è ottenuto in primo luogo uno straniamento e in secondo luogo un approfondimento della ‘convenzione teatrale’ che stava DIETRO al varieta’ e al teatro leggero.
‘Simpatico – simpatica’, un duetto tra Delia Scala e Renato Rascel, è stato restituito con leggerezza e verità.
Il passaggio alle commedie musicali in costume (‘Enrico 61’ e ‘Rinaldo in campo’) ci ha fatto ascoltare il delizioso terzetto dei briganti.
‘Roma nun fa la stupida stasera’ è uscito con una vibrazione e una malinconia da portare alle lagrime.
La serata si è chiusa con un altro song di Rascel, ‘Dove andranno a finire i palloncini’, che in bocca a un ventenne ha preso un valore diverso : da canzone francese, quasi surrealista.
A noi spettatori rimane la curiosità di far convivere la storia sottile di un canto italiano, che per vent’anni si è incontrato col senso dell’azione e della dinamica teatrale, accanto a quella assoluta di un teatro anglosassone, e americano in particolare, dove il canto e l’azione attraverso la danza si sono uniti in un organismo unico e robusto.

A me, che ho unito l’apertura del primo sipario al ricordo di ‘Ciao Rudy’, resta una curiosità ancora più particolare. Riascoltando ‘gente matta’, il pezzo con cui la gente di teatro accoglie nel suo grembo Rudy Valentino come le marionette fanno con Pinocchio, ho avuto l’impressione che le invenzioni verbali del libretto sappiano di antico, di una civiltà letteraria addirittura dell’anteguerra.

Forse di quando erano piccoli Pietro Garinei e Sandro Giovannini.
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