TEATRO ALLA SCALA: Die Entfūhrung aus dem serail – W.A.Mozart, 3 marzo 2024 a cura di Nicola Salmoiraghi

TEATRO ALLA SCALA: Die Entfūhrung aus dem serail – W.A.Mozart, 3 marzo 2024 a cura di Nicola Salmoiraghi

  • 04/03/2024

DIE ENTFÜHRUNG AUS DEM SERAIL, K384

(Il ratto dal serraglio)

Singspiel in tre atti musicato da Wolfgang Amadeus Mozart

su libretto di Gottlieb Stephanie


Direttore Thomas Guggies 
Regia Giorgio Strehler 

Personaggi e Interpreti:

  • Selim Sven-Eric Bechtolf
  • Konstanze Jessica Pratt
  • Blonde Jasmin Delfs
  • Belmonte Daniel Behle
  • Pedrillo Michael Laurenz
  • Osmin Peter Rose
  • Servo muto Marco Merlini
  • Solisti del Coro Silvia Spruzzola, Julija Samsonova, Luca Di Gioia, Giorgio Valerio, Alessandra Fratelli, Luigi Albani

Scene e costumi Luciano Damiani
Luci Marco Filibeck 
Ripresa della regia Laura Galmarini 
Movimenti mimici Marco Merlini 

Orchestra e Coro del Teatro alla Scala

Produzione Teatro alla Scala

 

Teatro alla Scala, 3 marzo 2024


Die Entführung aus dem Serail (Il ratto dal serraglio) con regia di Giorgio Strehler e scene e costumi di Luciano Damiani risale al 1965 (Festival di Salisburgo) per poi approdare a Firenze e alla Scala dal 1972. Ora è stato riproposto al Piermarini in un Teatro pienissimo e plaudentissimo. Quasi 60 anni di vita, più di un’era geologica in teatro, eppure lo spettacolo, ripreso (bene) da Laura Galmarini, regge ancora benissimo ed è una vera meraviglia.

photo©Brescia e Amisano

Il gioco suggestivo di silhouttes, in fondo alla scena e al proscenio mentre la parte centrale del palcoscenico è l’unica illuminata direttamente seppur di taglio (luci riprese da Marco Filibeck), è ancora di grande suggestione e la vicenda scorre piacevolmente, in una spolverata di nostalgica poesia, incorniciata dal boccascena ridotto, ricreato sulla scena, che, con sipario ad hoc, suggerisce l’idea di teatro nel teatro, con tanto di inchini al pubblico dopo i momenti solistici. Unica occasione a luce piena, con le luci della sala che si accendono al gran completo, durante la grande aria di bravura della primadonna, “Marten aller Arten”.

photo©Brescia e Amisano

Sul podio dell’Orchestra della Scala, in grande spolvero, è salito il giovane e bravissimo Thomas Guggeis, una vera rivelazione per chi scrive. Il 31enne direttore tedesco ha infuso il lampo di vitalità che ha asperso di giovinezza, come un vento che scompone i pensieri e spariglia le carte, che ci voleva per imporre nuova gagliardia al pur storico allestimento, facendo rifulgere le gemme musicali, molteplici e continue, di questo assoluto capolavoro che è il Ratto. Che splendore di suono, che cristallina coerenza di idee, che tempi perfetti, che continuo rincorrersi di iridescenti cascatelle, sonore e sfumature. Splendido, da risentire, e presto, in molto altro.

photo©Brescia e Amisano

In un cast vocale decisamente di ottimo livello la superlativa Jessica Pratt ha brillato come stella suprema. In continua crescita come cantante e interprete (il centro e i gravi si sono decisamente irrobustiti) nella coloratura la Pratt è sovrana. E se la trionfale “Marten aller Arten” è un susseguirsi di sfolgoranti fuochi d’artificio vocali (sempre espressivissimi) da lasciare sbalorditi, la precedente “Traurigkeit”, in un trascolorare di trasparenze e trasalimenti, è altrettanto magistrale. Ogni suo intervento sigla la prova di un’artista strepitosa.

photo©Brescia e Amisano

Di grande classe musicale e interpretativa anche il raffinato Belmonte di Daniel Behle, a fuoco e vocalmente brillanti la Blonde e il Pedrillo di di Jasmin Delfs e Michael Laurenz, impagabile per simpatia scenica e souplesse esecutiva il veterano Peter Rose (Osmin). Autorevole ed umano Sven-Eric Bechtolf nel ruolo recitato di Selim. Completava il cast nei panni del Servo muto Marco Merlini.

photo©Brescia e Amisano

Il Coro scaligero, guidato questa volta da Giorgio Martano, ha fatto come sempre il dover suo, e lo ha fatto alla grande.

photo©Brescia e Amisano

Voglio concludere il pezzo con queste parole dell’illuminato Pascià Selim, musulmano, mentre lascia andare liberi Belmonte, Konstanze e gli altri (che coraggio il grande Mozart, nell’Europa del 1782): “…e dì a tuo padre che sarebbe sempre un supremo piacere ricambiare con il bene un’ingiustizia subìta, piuttosto che rendere odio per odio”. Mai come oggi queste parole andrebbero scolpite su pietra.

Nicola Salmoiraghi

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