PISA: quel dolce suono di sua voce… Lucia di Lammermoor, 18 gennaio 2019

PISA: quel dolce suono di sua voce… Lucia di Lammermoor, 18 gennaio 2019

  • 24/01/2019

LUCIA DI LAMMERMOOR

Dramma tragico in due parti, libretto di Salvatore Cammarano
musica di Gaetano Donizetti
Edizione revisionata da Lopez Cobos – Casa Musicale Ricordi

 

direttore Michael Güttler 

regia Stefano Vizioli
assistente alla regia Lorenzo Nencini

Personaggi e Interpreti:

  • Lord Enrico Ashton Alessandro Luongo
  • Lucia di Lammermoor, sua sorella Marigona Qerkezi
  • Sir Edgardo di Ravenswood Alessandro Luciano
  • Lord Arturo Bucklaw Carlos Natale
  • Raimondo Bidebent, educatore e confidente di Lucia Andrea Comelli
  • Alisa, damigella di Lucia Valeria Tornatore
  • Normanno, capo degli armigeri di Ravenswood Didier Pieri

scene realizzate su bozzetti di Allen Moyer
disegno luci Michele Della Mea
costumi forniti da Farani – Sartoria Teatrale, Roma e da Sartoria Teatrale Fiorentina di Massimo Poli 

Orchestra della Toscana
Glass Harmonica Sascha Reckert

Coro Ars Lyrica
Maestro del Coro Marco Bargagna

Nuovo allestimento del Teatro di Pisa in coproduzione con Opéra Nice Côte d’Azur
Coproduzione Teatro di Pisa e Teatro del Giglio di Lucca


Molto più che semplicemente decorosa rappresentazione la cui regia porta la firma di Stefano Vizioli, direttore artistico del Verdi di Pisa, che trae spunto dalle sue stesse precedenti esperienze nel titolo in quel del Saint Louis Opera Theatre (Missouri-US) nel 2002 e successivamente all’Opera Sainkt Gallen (Svizzera). Il tema, quello della pazzia indotta dalle circostanze, è pienamente reso sin dall’apertura su di una scena, quella di Allen Moyer, ispirata al romanticismo, dove campeggiano tombe sparse ovunque. Sono “le tombe degli avi miei”, quelle delle vittime d’una faida, o quelle delle tante, troppe donne vittime della prevaricazione maschile: quella del padre, del marito o dell’amante, o nel nostro caso del fratello Enrico… poco importa. Ma è qui che si svolge la vicenda ed è qui che Lucia mostra i suoi primi segni di pazzia, e cosa non da poco, già nella scena e cavatina “regnava nel silenzio”, presagio di un epilogo tragico. Non occorrono costumi d’epoca che poco aggiungerebbero alla trama, espressione d’un dramma che sembra non conoscere confini o una precisa collocazione temporale e che purtroppo rivediamo perpetrarsi nel quotidiano. La violenza sulle donne è il leitmotiv sul quale persino le ottime luci, curate da Michele Della Mea, dai contrasti bianconero riescono a porre gli opportuni accenti a che il messaggio giunga al pubblico in tutta la sua cruda natura.

Ottima l’esecuzione di Sascha Reckert alla Glass Harmonica , felice scelta musicale e particolarmente indicata in sostituzione di un più facilmente reperibile flauto e che meglio rende credibile la scena di pazzia. Meno bene la direzione di Michael Güttler, alla guida della pur ottima Orchestra della Toscana, risultata asciutta e macchinosa, dove anche i volumi si sono spesso sovrapposti alla voce dei solisti e persino del coro, inficiandone la buona resa. Ottimo per amalgama e movimenti scenici il Coro Ars Lyrica eccellentemente guidato da Marco Bargagna.

Arrivando ai solisti, una menzione speciale va spesa per la Lucia di Marigona Qerkezi in sostituzione dell’indisposta Sarah Baratta, giunta in quel di Pisa ad un solo giorno dalla première e “buttata” in scena, come si suole dire in gergo teatrale, senza il tempo di provare. Di lei si può dire soltanto “brava!”, sia per la resa vocale che per quella scenica, laddove ha saputo scolpire un non facile personaggio con risultati più che apprezzabili. Ottima la prestazione del baritono Alessandro Luongo in un solido Lord Enrico Ashton. L’innamorato Sir Edgardo del tenore Alessandro Luciano è dotato di una zona acuta di tutto rispetto ma mostra difficoltà nel centro, tranne poi compensare abbondantemente con una recitazione ineccepibile per espressività nei movimenti e nella parola cantata. Molto bene gli impegnativi interventi del Raimondo Bidebent del basso Andrea Comelli, già recensito in quel di Novara e di Sassari nel ruolo di Sparafucile. Benissimo anche il tenore italo-argentino Carlos Natale nel Lord Arturo Bucklaw, il mezzo Lucia Valeria Tornatore nel ruolo di Alisa e, non ultimo il tenore Didier Pieri di recente debutto al Teatro Cilea di Reggio Calabria in Don Ottavio nel Don Giovanni di Mozart.

Teatro pieno, o quasi, e applausi prolungati anche a scena aperta.

Roberto Cucchi

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