NOVARA: Gianni Schicchi – 16 dicembre 2018 a cura di Attilio Cantore

NOVARA: Gianni Schicchi – 16 dicembre 2018 a cura di Attilio Cantore

  • 21/12/2018

Opera comica in un atto
Musica di Giacomo Puccini, su libretto di Giovacchino Forzano
Con Federico Longhinel ruolo di Gianni Schicchi


Cast cantanti selezionati tra i partecipanti all’Accademia di perfezionamento in Canto Lirico d’Orchestra della Fondazione Teatro Coccia


Regia Davide Garattini Raimondi
Direzione d’orchestra Nicolò Jacopo Suppa (14/12) – Lorenzo Orlandi (16/12)
selezionatI tra i partecipanti all’Accademia di perfezionamento in Direzione d’Orchestra della Fondazione Teatro Coccia

Personaggi e Interpreti:

  • Gianni Schicchi FEDERICO LONGHI (14/12) – FRANCESCO VULTAGGIO (16/12)
  • Lauretta LEONORA TESS* (14/12) – SABRINA SANZA* (16/12)
  • Marco FABIO LA MATTINA* (14/12) – FILIPPO ROTONDO* (16/12)
  • Zita NIKOLINA JANEVSKA*– ANTONELLA DI GIACINTO* (14 -16/12)
  • Rinuccio MAURO SECCI*
  • Gherardo GIUSEPPE DI GIACINTO* (14/12) – RICCARDO BENLODI* (16/12)
  • Nella CLAUDIA URRU* (14/12) – SARA INTAGLIATA* (16/12)
  • Betto MARIO TAHTOUH*
  • Simone VSEVOLOD ISCHENCO*
  • Ciesca ANGELA SCHISANO* (14/12) – ISABEL LOMBANA MARINO* (16/12)
  • Spinelloccio / Amantio DAVIDE ROCCA
  • Pinellino YANG GUO
  • Guccio FILIPPO ROTONDO* (14/12) – FABIO LA MATTINA* (16/12)

*selezionati tra i partecipanti all’Accademia di Perfezionamento di Canto Lirico
della Fondazione Teatro Coccia

Nel ruolo di Buoso PAOLO LAVANA dalla Scuola di Teatro Milano Quelli di Grock

Orchestra del Teatro Coccia
Scene Lorenzo Mazzoletti
Costumi Silvia Lumes in collaborazione con Cooperativa Sociale EMMAUS di Novara
Luci Ivan Pastrovicchio
Produzione Fondazione Teatro Coccia

foto Mario Finotti

a cura di Attilio Cantore


Quando il “Trittico” di Puccini finalmente arrivò a Firenze il 10 maggio 1919, dopo la prima esecuzione newyorkese del 14 dicembre 1918, Pizzetti recensì i tre atti unici con alcuni giorni di ritardo su «La Nazione». Il compositore lucchese testimoniò la sua inciprignita sorpresa al giovane Mario Castelnuovo-Tedesco, incaricandolo di portare una piccata ambasciata al proprio maestro «Ildebrandus Parmensis». E giunse alfin il momento della recensione. Così anche oggi, con alcuni giorni di ritardo, si racconta della recita del 16 dicembre del Gianni Schicchi, nuova produzione della Fondazione Teatro Coccia, frutto del lavoro dell’Accademia di Perfezionamento di Canto Lirico e Direzione d’Orchestra promossa dal teatro novarese. In occasione delle celebrazioni del centenario della prèmiere, il regista Davide Garattini Raimondi ha scelto di non scaraventare senza riguardi fuori dai binari della vita il «povero Buoso»: piuttosto, per tutto il corso dell’opera, il vecchio Donati è (mirabile a dirsi!) sempre in scena, impersonato argutamente dall’attore Paolo Lavana (Scuola di Teatro Milano Quelli di Grock), decuplicando in tal modo il registro della burla, in cui provvisoriamente viene sospesa la reciproca esclusione di verità e menzogna. Il ricco mercante fiorentino non è spirato ma è semplicemente («andato?») fuori di testa e portentosamente crede di vivere nel 1299, forse ricordandoci che tutti noi «scappiamo a noi stessi, noi assoli di linee impazzite» (Ripellino). Delineando mappe di rivelazioni e ritrovamenti, le luci di Ivan Pastrovicchio e le scene, essenziali ma sempre funzionali, di Lorenzo Mazzoletti sono pervase da un certo respiro metafisico, coniugandosi con efficacia ai continui travestimenti previsti, in ossequio (e non) al libretto di Forzano. I costumi di Silvia Lumes scandiscono infatti figurativamente il ritmo di una temporalità intessuta per sovrapposizione prospettica: una continua fuga in filigrana fra medioevo e contemporaneità.

Si deve al direttore bolognese Lorenzo Orlandi, guida ineccepibile dell’Orchestra del Teatro Coccia, l’aver messo in risalto, con assoluta maestria, una delle più preziose qualità dell’opera: sì, perché nel Gianni Schicchi la musica «è soprattutto musica-gesto, e in quanto tale annulla e scancella in sé la psicologia dei personaggi, e si annulla essa stessa nel gesto scenico che riproduce» (Pizzetti).

Ottima prova scenica e vocale per tutta la compagnia, in modalità quasi totally young, capeggiata da un istrionico Francesco Vultaggio (Gianni Schicchi), fautore dell’astutissimo imbroglio, del meandro di facinorosi ricami fraudolenti. Ammalia la coppia di innamorati, Sabrina Sanza (Lauretta) e Mauro Secci (Rinuccio). Il concistoro del resto dei parenti Donati e degli altri personaggi è completato da Antonella Di Giacinto (Zita), Riccardo Benlodi (Gherardo), Sara Intagliata (Nella), Matteo Pilia (Gerardino), Mario Tathouh (Betto), Vsevlod Ischenco (Simone), Filippo Rotondo (Marco), Isabel Lombana Marino (Ciesca), Davide Rocca (Spinelloccio/Amantio), Yang Guo (Pinellino), Fabio La Mattina (Guccio).

 

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