Kazan (Federazione Russa): AIDA e NABUCCO per la direzione di Stefano Romani

Kazan (Federazione Russa): AIDA e NABUCCO per la direzione di Stefano Romani

  • 15/02/2016

39108717Capitale del Tatarstan e ottava città della Federazione Russa per popolazione, Kazan è un importante centro commerciale, industriale e culturale. L’attenzione per l’Opera viene ufficializzata con l’inaugurazione del teatro stabile per mano dell’impresario Pyotr Medvedev, il 26 Agosto del 1874 con gli artisti della Kazan Opera Company nella rappresentazione dell’Ivan Susanin – Una vita per lo zar di Glinka, segnando l’inizio di una lunga tradizione di scambi culturali. Vengono così rappresentate opere italiane, francesi e tedesche e invitati artisti da ogni parte d’Europa.
Ancora oggi la Tatar State Ballet and Opera Theatre usa ospitare artisti europei con speciale preferenza per l’Italia ed è ad un’eccellenza italiana a cui sono state affidate le recenti direzioni di Aida andata in scena 12 febbraio segnando un ragguardevole successo, e del Nabucco in scena il prossimo 17, parti integranti del XXXIV Festival Internazionale intitolato a Fyodor Shalyapin. Parliamo di Stefano Romani, già recensito nellAida del Teatro Sociale di Rovigo, del quale è direttore artistico.
12659853_609153979232139_467187317_nNato nel 1982 il Festival era interamente dedicato alle opere del repertorio del famoso basso Fyodor Shalyapin diventando l’evento nazionale di maggior rilievo, e viene considerato come un grande onore potervi partecipare. In seguito agli eventi politici ben noti a tutti, dal 1991, anche il Festival assume carattere internazionale estendendo il repertorio a tutti i capolavori. Vi si esibiscono artisti del calibro di Elena Obraztsova, Irina Archipova, Olga Borodina, Dmitry Hvorostovsky, Ildar Abdrazakov, Valery Gergiev, Mikhail Pletnev, Marco Boemi e molti altri ancora.

Quest’anno, a partire dal primo Febbraio, si sono succedute il Trovatore, in apertura del Festival, la Traviata, Rigoletto, Aida e Nabucco a chiusura del ciclo dedicato a Giuseppe Verdi, che si è alternato con Eugene Onegin e Dama di Picche di Tchaikovsky, Boris Godunov di Mussorgsky, Barbiere di Siviglia di Rossini, Turandot di Puccini, Messa in Bmoll –dona nobis pacem- di Bach. A conclusione un Gala-Concerto il 20 febbraio.

Il Maestro Stefano Romani racconta le sue prime impressioni sul suo ritorno al Teatro di Kazan

1655Il teatro di Kazan ha un elevato livello artistico, coro e orchestra sono di grande professionalità e tutta la macchina teatro funziona benissimo. Il pubblico presente agli spettacoli è sempre elevato e a differenza dall’Italia ricco di presenze giovanili. Come mai? C’è da chiedersi, eppure vengono a teatro allo stesso modo anche per le opere italiane, e per capirne il significato devono leggere la traduzione sullo schermo piazzato sopra al palcoscenico. Riflessione molto importante con cui noi italiani dovremmo seriamente confrontarci. Che forse che l’Italia stia sbagliando tutto? Ci stiamo realmente impoverendo? Non so. Sta di fatto che le cose all’estero girano diversamente, eppure la crisi ce l’hanno anche loro.
Aida: teatro pieno, cast di buon livello, successo garantito. Ho potuto trasmettere le mie intenzioni diciamo “italiane”, di quello che è il nostro repertorio senza creare preoccupazioni o difficoltà a chi cantava o suonava. Non tante parole, il russo lo conosco poco, se non per pochi termini, quindi solo sguardi, intenzioni con il gesto e musica. Parlare non serve molto nella musica. Ricordo un detto che ho sentito i primi anni che mi sedevo in orchestra, alcuni anziani prossimi alla pensione mi vedevano giovane e mi dicevano “diffida sempre dai direttori che parlano troppo”. Pienamente d’accordo, nella musica le chiacchiere non servono se non nei salotti. Quello è il posto dove si può chiacchierare.
Ho iniziato la mia carriera dirigendo Rigoletto, opera superba, ricca di sentimenti e piena di musica. Verdi, sublime compositore che faceva calzare perfettamente il testo alla musica. Armonie sempre pronte a sottolineare la situazione, l’animo di chi ascolta e di chi esegue. A volte uno lo può pensare banale. É proprio lì l’errore: nulla è a caso e a volte dalla banalità si può creare il punto di svolta di alcune situazioni dell’opera. Ripeto, amo Verdi ma spesso mi fa paura la scelta dei tempi, penso sia una delle difficoltà maggiori. Però alla fine cerco di farmi trasportare dal mio istinto e spesso mi fa andare per la strada giusta. Nabucco: altro capolavoro ricco di emozioni e dinamismi penso insuperabili.
Domani sera avrò un concerto lirico aggiunto nella programmazione e mercoledì sera Nabucco in un allestimento pensato per questo teatro diversi anni fa da Denis Krief. Ho visto ieri sera i solisti, molto bravi e preparati. Abbiamo lavorato un po’ assieme per affinare alcuni punti secondo il mio pensiero. Finito Nabucco rientro in Italia. Il bello di questi teatri è, oltre alla grande professionalità che vi assicuro a noi direttori aiuta molto, poter provare con orchestre e cori preparati. È di grande soddisfazione perché è solo così che puoi fare veramente musica e non essere costretto a dover studiare i passi continuamente. Sarebbe bello se anche in Italia ci si svegliasse un po’ e magari, perché no, mettere da parte un po’ di presunzione e lavorare veramente per migliorare le cose.

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