Genova Teatro Carlo Felice – Erwin Schrott in Don Giovanni – 30 Gennaio 2016

Genova Teatro Carlo Felice – Erwin Schrott in Don Giovanni – 30 Gennaio 2016

  • 15/01/2016

Don Giovanni

Dramma giocoso in due atti.
Libretto di Lorenzo Da Ponte
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart

da sabato 30 gennaio 2016, repliche 31 gennaio, 2, 3, 6, 7 febbraio 2016

COMUNICATO STAMPA

Cambio di cast nel Don Giovanni – arriva Erwin Schrott

Al Teatro Carlo Felice cast stellare per la prima di Don Giovanni, con la partecipazione del baritono Erwin Schrott, una delle più grandi star della lirica della sua generazione, considerato dalla critica internazionale l’interprete di riferimento nel ruolo di Don Giovanni, che va ad affiancare nella première del 30 gennaio un cast eccezionale che prevede la presenza di Alex Esposito, Serena Gamberoni, Maija Kovalevska, Patrick Vogel diretti dal M° Christoph Poppen.
Per Erwin Schrott è un ritorno a Genova dopo 10 anni: “Non vedo l’ora di tornare al Carlo Felice – ha dichiarato il cantante – dopo così tanto tempo“.
Per le recite del 3 e 7 febbraio è prevista la partecipazione di Alessandro Luongo, baritono sul quale la regista Rosetta Cucchi ha costruito lo spettacolo in occasione dei primi debutti di questo allestimento.

Direttore: Christoph Poppen, Pablo Assante 2 e 6 febbraio

Regia: Rosetta Cucchi (assistente alla regia Luisa Baldinetti)

Personaggi e Interpreti:

  • Don Giovanni: Erwin Schrott
  • Donna Anna: Serena Gamberoni
  • Don Ottavio: Patrick Vogel
  • Il Commendatore: Graeme Broadbent
  • Donna Elvira: Maija Kovalevska
  • Leporello: Alex Esposito
  • Masetto: Francesco Verna
  • Zerlina: Sophie Gordeladze

Scene: Andrea De Micheli
Costumi: Claudia Pernigotti
Luci: Luciano Novelli
Orchestra Teatro Carlo Felice
Coro Teatro Carlo Felice
Maestro del Coro: Patrizia Priarone
Maestro al fortepiano: Sirio Restani
Mimi: Francesco Gerbi, Giulia Mostacchi Mimi DEOS: Luca Alberti, Filippo Bandiera, Francesco Collavino, Dario Greco, Nicola Marrapodi, Davide Riminucci

Allestimento Opera de Tenerife – Auditorio Adàn Martin – coprodotto con Fondazione Teatro Comunale di Modena – Fondazione Teatri di Piacenza – Teatro del Giglio di Lucca

dongiovanni2 genovaDon Giovanni, l’opera di Mozart e Da Ponte che il pubblico di Praga applaudì con entusiasmo il 29 ottobre 1787 al Teatro Nazionale, non fu solo il bis del successo che gli autori avevano ottenuto l’anno precedente con le recite praghesi de Le nozze di Figaro: sarebbe diventata l’opera più analizzata nella storia del teatro musicale. Con il Don Giovanni di Mozart e Da Ponte si sono misurati, e ancora si misurano, tutti: non solo musicisti e musicologi, ma anche psicologi, filosofi, sociologi, critici letterari, narratori, poeti, cineasti. L’ambiguità con cui Mozart e Da Ponte trattano il soggetto – dichiarata fin dal sottotitolo: “dramma giocoso” – rende infatti infinite le possibili chiavi di lettura. Il Don Giovanni mozartiano-dapontiano non è solo un seduttore compulsivo, è anche un egoista, un cinico, un nobile senza scrupoli e senza sentimenti che disprezza tutti tranne se stesso. Eppure è rappresentato come un eroe (anche se «un eroe della dannazione», come scrive Alberto Savinio). E la morale conclusiva, «questo è il fin di chi fa mal», cantata dagli altri personaggi dopo che Don Giovanni è precipitato all’inferno, non è certo la risposta che esaurisce tutte le domande: Don Giovanni non c’è più e non tornerà più, ma Donna Anna, che da Don Giovanni ha subìto un tentativo di conquista con la forza e l’inganno, farà aspettare ancora un anno il promesso sposo Don Ottavio prima di diventare sua moglie. E Donna Elvira, sedotta e abbandonata da Don Giovanni, si ritirerà in convento a rimpiangerlo per sempre. Don Giovanni brucia all’inferno, ma il suo passaggio sulla terra ha lasciato il segno: nulla, dopo di lui, è più come prima. La varietà inesauribile della musica mozartiana, drammatica, comica, commossa, popolaresca, malinconica, esuberante, spaventevole, secondo le situazioni che si succedono sul palcoscenico, esalta le contraddizioni che accompagnano da sempre l’antica leggenda del libertino impenitente e la rendono ancora viva e attuale.

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