VENEZIA: I lombardi alla prima crociata – Giuseppe Verdi, 9 aprile 2022 a cura di Silvia Campana

VENEZIA: I lombardi alla prima crociata – Giuseppe Verdi, 9 aprile 2022 a cura di Silvia Campana

  • 11/04/2022

I lombardi alla prima crociata

musica di Giuseppe Verdi

libretto di Temistocle Solera

 

direttore Sebastiano Rolli

regia Valentino Villa

Personaggi e Interpreti:

  • Arvino Antonio Corianò
  • Pagano Michele Pertusi
  • Viclinda Marianna Mappa
  • Giselda Roberta Mantegna
  • Pirro Mattia Denti
  • Un priore della città di Milano Christian Collia
  • Acciano Adolfo Corrado
  • Oronte Antonio Poli
  • Sofia Barbara Massaro

scene Massimo Checchetto
costumi Elena Cicorella
light designer Fabio Barettin
movimenti coreografici Marco Angelilli

Orchestra e Coro del Teatro La Fenice

maestro del Coro Alfonso Caiani

 

 Teatro La Fenice, 9 aprile 2022


Era il lontano 1844 quando il palcoscenico del teatro la Fenice di Venezia accoglieva per la prima e ultima volta I lombardi alla prima crociata, la quarta opera di un giovane compositore che, dopo il successo trionfale al Teatro alla Scala (Nabucco 1842, I lombardi alla prima crociata 1843), cominciava prepotentemente ad imporsi nel panorama musicale contemporaneo.

Questa prima esecuzione in tempi moderni risulta particolarmente interessante inoltre perché utilizza l’edizione critica curata, tramite un lavoro scrupoloso sull’autografo conservato nell’Archivio storico Ricordi di Milano, da David R.B. Kimbell per l’University of Chicago Press e Casa Ricordi.

Fondazione Teatro La Fenice – I lombardi alla prima crociata
Photo ©Michele Crosera

Un’occasione dunque per tornare a riflettere su questa partitura sempre molto bistrattata per la sua scarsa coesione drammaturgica che il libretto di Temistocle Solera non sembra giungere a compattare. Efficace ed immediata è invece (almeno nelle sue pagine centrali, come il potente ed oggi singolarmente straniante finale Atto II) la maniera dirompente in cui Verdi prende per i capelli il dramma originale di Tommaso Grossi e usa il funzionale libretto per costruire un dramma che non raggiunge certo l’intensità teatrale di Nabucco, ma presenta già alcuni tra i temi poi da lui sviluppati con estremo rigore.

La visione impostata dal regista Valentino Villa per questa importante nuova produzione veneziana sembra invece fare un periplo intorno ai molti elementi portanti dell’opera senza in realtà giungere a centrarne alcuno.

Fondazione Teatro La Fenice – I lombardi alla prima crociata
Photo ©Michele Crosera

Lo spazio scenico viene ben inquadrato da Massimo Checchetto mediante un claustrofobico interno le cui pareti a tratti si aprono con un bell’impatto simbolico evocando croci, cieli e visioni ma nel contesto di una serie di quadri abbastanza disomogenei.

La lettura contemporanea di Villa sembra partire dal concetto di fratricidio attraverso le figure iconiche ed universali di Caino e Abele per sviluppare il tema centrale dell’invidia, ma l’uso assai confuso di figuranti, bimbi, lombardi mutati in membri di una setta armati di Kalashnikov, strumenti di un cieco fanatismo religioso, non contribuisce alla chiarezza dell’insieme.

La partitura già non brilla per compattezza drammaturgica e ingarbugliarla ulteriormente non sempre può rivelarsi una mossa vincente.

Ottimo invece il versante musicale nella sua totalità.

Fondazione Teatro La Fenice – I lombardi alla prima crociata
Photo ©Michele Crosera

Michele Pertusi ci regala quale Pagano una delle sue interpretazioni più mature ed emozionanti proprio per quanto e come egli riesce a far emergere dal potente, ma ancora grezzo, carattere verdiano tutta la preziosità che la sua ruvida corteccia racchiude. Non una solo sillaba è semplicemente cantata ma sempre e costantemente meditata, alla ricerca della complessa e tormentata anima più profonda del personaggio. Così il timbro, sempre calibrato in modo perfetto, coniuga al meglio potenza e fraseggio giungendo a far emergere il carattere in modo teatralmente completo: una grande lezione di stile.

Roberta Mantegna, impegnata nell’impervio carattere di Giselda, si conferma vocalità teatralissima tanto impreziosita da lame vibranti nella sua rabbiosa invettiva quanto attenta ad ogni raffinata sfumatura nel fraseggio. La sua cura per il personaggio (visto nella sua dimensione più completa) si pone sempre più approfondita e totale e non tradisce alcun sbilanciamento vocale o interpretativo, manifestando un equilibrio raro quanto prezioso.

Dal timbro interessante e lucente (ma deve fare attenzione a non stringere troppo il suono in acuto per non perdere omogeneità e brillantezza) Antonio Poli quale Oronte ha sfoggiato una qualità vocale davvero di tutto rispetto e dal sicuro avvenire ed un’attenzione non banale all’uso di fraseggio e mezzavoce.

Fondazione Teatro La Fenice – I lombardi alla prima crociata
Photo ©Michele Crosera

Positivo in ogni suo aspetto l’Arvino di Antonio Corianò.

Completavano il cast: Marianna Mappa (Viclinda), Mattia Denti (Pirro), Christian Collia (Priore), Adolfo Corrado (Acciano) e Barbara Massaro (Sofia).

Ottima la prova del Coro del teatro diretto da Alfonso Caiani.

Molto felice ed equilibrata si è rivelata la lettura di Sebastiano Rolli che, per la prima volta alla guida della compagine veneziana, sceglie di seguire il dramma attraverso una coraggiosa scelta di dinamiche solo apparentemente estrema ma che sembra, invece, svelare una disamina attenta, misurato studio e acuta sensibilità teatrale.

Sala gremita ed autentiche ovazioni per questo felice ritorno veneziano della trascinante partitura verdiana.

Silvia Campana

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