Teatro Sociale Rovigo domenica 29 novembre e lunedì 30 novembre  2015 –  ore 16  “LA FINTA SEMPLICE”

Teatro Sociale Rovigo domenica 29 novembre e lunedì 30 novembre 2015 – ore 16 “LA FINTA SEMPLICE”

  • 20/11/2015

LA FINTA SEMPLICE

opera buffa in tre atti

musica Wolfgang Amadeus Mozart

libretto Marco Coltellini da Carlo Goldoni

Progetto  del Conservatorio “C. Pollini” di Padova in coproduzione con il Conservatorio “F. Venezze” di Rovigo

  • Maestro concertatore al cembalo e Direttore d’orchestra:  Stefano Celeghin
  • Regia e luci:  Stefano Patarino

Personaggi e interpreti:

  • Rosina:  Selene ZanettiElena Binzaru
  • Don Cassandro:  Filippo BordinFrancisco Bois
  • Don Polidoro:  Xu Zhe Elvis Fanton
  • Giacinta:  Elisabetta CesarottoAndrea Soncina
  • Ninetta: Veronica AghitoThayana Roverso
  • Fracasso:  Andrea BarbatoDiego Rossetto
  • Simone:  Marcus Vinicius Bezerra Dias Tianyi Guo

Orchestra del Conservatorio di Padova

 

Costumi e scene:  Elisa CobelloVeronica Piccolo Andrea Cavalletto

Direttore di palcoscenico:  Sem Cerritelli

Assistenti alla regia:  Maddalena AltieriMaria KulisiewiczVirginia Aghito

Maestro collaboratore:  Sem Cerritelli  

Sopratitoli:  Maddalena Altieri

 

La Stagione Lirica e di danza del Teatro Sociale di Rovigo, prosegue con uno spettacolo e un progetto del tutto particolare. Si potrebbe definire uno spettacolo nello spettacolo, perché coinvolge i giovani studenti dei Conservatori “C. Pollini” di Padova e “F. Venezze” di Rovigo che, domenica 29 e lunedì 30 novembre alle 16, avranno la possibilità di far conoscere le loro doti artistiche con “La finta semplice”.

Quando si parla de “La Finta Semplice” (K. 51) non si fa riferimento forse ad una delle opere più celebri di W. A. Mozart, ma non è da considerarsi per questo motivo la meno importante dal momento che essa è a tutti gli effetti la prima opera composta da Mozart alla giovanissima età di dodici anni.

Era il 1768 quando il padre Leopold Mozart decise che il figlio dovesse essere conosciuto e apprezzato non solo per il talento alla tastiera ma anche per le doti compositive, in parte in realtà già note. Il 15 Settembre del 1767, i Wolfgang giunsero a Vienna per incontrare l’imperatore e il 19 gennaio 1768 e  fu proprio l’imperatore che ebbe il merito di suggerire al piccolo Wolfgang l’idea di scrivere un’intera opera.

Il percorso musicale del giovane Wolfgang doveva cambiare direzione e dopo aver lungamente riflettuto, il padre decise di azzardare: cosa poteva essere più eclatante di un compositore dodicenne alla direzione di un’intera opera scritta di mano propria? Senza tergiversare, Leopold scelse il libretto de “La Finta Semplice”, dramma giocoso del 1764 di Carlo Goldoni adattato da Marco Coltellini.

“Siamo felici ed orgogliosi – ha detto l’assessore alla Cultura Andrea  Donzelli -, di aver sostenuto questo progetto che intende valorizzare il talento di giovani studenti, offrendogli la possibilità di esibirsi in un teatro dove hanno calcato e calcano la scena grandi artisti e professionisti di fama internazionale. Ma proprio questi giovani che con tanta passione si stanno dedicando allo studio della musica, saranno i futuri protagonisti del nostro mondo artistico-culturale-musicale.

A nome dell’amministrazione comunale rivolgo un plauso ai promotori di questo progetto che coinvolge tutti gli studenti  accademici dei corsi di canto del conservatorio di Padova, supportati dagli studenti rodigini e affiancati da abili professionisti. Un esperimento che sicuramente saprà, da un lato coinvolgere il pubblico e dall’altro offrire un momento di crescita personale e professionale ai giovani che si esibiranno nella splendida cornice del Teatro Sociale. Un’emozione che son certo resterà per sempre nei loro cuori”.

Stefano Patarino, regista: “Quella che vedremo al teatro Sociale di Rovigo sarà una produzione artistica, un vero spettacolo o  un progetto didattico? L’obiettivo che si vuole raggiungere con questa “Finta Semplice” è una vera messa in scena; sì, con gli studenti di canto del conservatorio, ma supportati da maestranze professionali in una struttura teatrale reale, con un’orchestra in buca, luci, scene, trucco e costumi, un pubblico pagante e il rischio di una severa critica sui giornali.  Questo progetto non vuole essere nemmeno una “vetrina” dove l’istituzione fa vedere il suo meglio al pubblico: nessuna selezione o audizione è stata fatta per scegliere il cast. Tutti gli studenti accademici dei corsi di canto del conservatorio di Padova, con il supporto degli studenti rodigini che hanno accettato con entusiasmo il progetto, hanno partecipato alla produzione. Il diritto allo studio è un diritto di tutti gli studenti, non solo di una selezione di essi. Non solo i cosiddetti “grandi talenti” hanno diritto di osservare la propria competenza nella sperimentazione professionale, ma tutti.

Mettere in scena quest’opera non si prospettava cosa semplice, soprattutto pensando ad un budget, notevole per una produzione accademica ma ridotto se la compariamo ad una produzione operistica, era difficile trovare un’idea registica che si confacesse alle esigenze di un pubblico abituato all’opera lirica. Operazione principale era quindi trovare chi realizzasse visivamente un design di “Settecento povero” che evitasse di deviare il lavoro nella solita “modernizzazione” o “attualizzazione” del libretto, riportandolo ai giorni nostri, per risparmiare soprattutto sui materiali di scene e costumi… E in questo percorso è stato prezioso l’apporto e il contributo carico di entusiasmo di Andrea Cavalletto, fra i giovani costumisti e designer il più titolato (nomination per il David di Donatello in occasione dell’ultimo film di Ermanno Olmi, per il quale ha firmato i costumi). L’intuizione di Cavalletto è stata quella di voler usare  materiale ospedaliero e da lì è venuta l’idea dell’ospedale psichiatrico… In fondo i personaggi non fanno nient’altro che accusarsi l’uno con l’altro di essere, pazzi, stupiti, tordi, matti, sciocchi, folli…  Immediata la scelta di ricreare in scena la soffitta di un vecchio ospedale psichiatrico: i degenti vanno nella soffitta dell’ospedale e con camici, cuscini, pigiami, zoccoli da infermiere, materiale chirurgico, tubicini per flebo e padelle per i bisogni, ricreano un ambiente settecentesco per mettere in scena “La Finta Semplice” di Mozart.

Questa è la nostra sfida. Perché in fondo siamo tutti dei finti matti che fanno l’opera con pochi mezzi. 

M° Leopoldo Armellini, direttore del Conservatorio di Padova: “Il progetto è stato frutto della proposta di un gruppo di studenti delle classi di canto del Conservatorio  Pollini di Padova. La passione degli studenti ha coinvolto tutti, dal Presidente al Direttore che hanno fortemente sostenuto l’iniziativa, coinvolgendo il Docente di Arte Scenica, M° Stefano Patarino, che ne ha curato la regia e l’organizzazione generale, le scene originali, i costumi, la regia delle luci.  E’ stato deciso di ritagliare su misura un’orchestra eccellente validamente guidata dal M° Stefano Celeghin. Portare a compimento il lavoro pregevolissimo di un Mozart ancora giovane, anche se lo stile e la raffinatezza del genio è la stessa che poi si percepirà chiaramente nelle Opere del ciclo di Da Ponte, è stata una prova che ha fatto crescere moltissimo dal punto di vista umano e professionale tutti i partecipanti al progetto. Progetto che, e va sottolineato con forza, ha goduto del grande appoggio dal Conservatorio di Rovigo che ha fornito alcuni strumentisti e cantanti di grande bravura, oltre che i suoi buoni uffici nei confronti del Teatro Sociale di Rovigo, per avere uno spazio attrezzato qualificato e qualificante”.

 

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