NOVARA: DON GIOVANNI, 15 e 17 dicembre 2017

NOVARA: DON GIOVANNI, 15 e 17 dicembre 2017

  • 11/12/2017

Venerdì 15 dicembre 2017 ore 20.30 – Turno A

Domenica 17 dicembre 2017 ore 16.00 – Turno B

DON GIOVANNI

(o sia Il dissoluto punito)

Dramma giocoso in due atti

Musica di W.A. Mozart, su libretto di Lorenzo Da Ponte

Prima rappresentazione: Praga, Teatro Reale, 29 ottobre 1787

 

Regia Giorgio Ferrara

Direzione d’orchestra Matteo Beltrami


PERSONAGGI e INTERPRETI

Don Giovanni, giovane cavaliere estremamente licenzioso DIMITRIS TILIAKOS

Il Commendatore, padre di Donna Anna CRISTIAN SAITTA

Donna Anna, dama promessa sposa di Don Ottavio LUCIA CESARONI

Don Ottavio BRIAN MICHAEL MOORE

Donna Elvira, dama di Burgos abbandonata da Don Giovanni FRANCESCA SASSU

Leporello, servo di Don Giovanni ANDREA CONCETTI

Masetto, contadino amante di Zerlina DANIEL GIULIANINI

Zerlina, contadina ARIANNA VENDITTELLI

Contadine e contadini, servi, suonatori e coro di sotterra (coro)

 

Scene Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo

Costumi Maurizio Galante

Luci Giorgio Ferrara, Fiammetta Baldiserri

Orchestra Giovanile Luigi Cherubini

Coro San Gregorio Magno

Maestro al cembalo Daniela Pellegrino

Coproduzione Fondazione Teatro Coccia Onlus e Ravenna Festival

 


Don Giovanni – ossia Il dissoluto punito è la seconda delle tre opere italiane che il compositore austriaco scrisse su libretto di Lorenzo Da Ponte, il quale attinse a numerose fonti letterarie dell’epoca. Essa precede Così fan Tutte e segue Le nozze di Figaro e venne composta tra il marzo e l’ottobre del 1787, quando Mozart aveva 31 anni. Questo “dramma giocoso in due atti”, nel quale Mozart ha coniugato in modo sublime drammaticità e comicità, musica e parola, realismo e invenzione, andò in scena per la prima volta al Teatro nazionale di Praga nell’autunno del 1787, dove fu “accolto con il più vivo entusiasmo” (come scrisse lo stesso Mozart all’amico von Jacquin) e da allora godette del privilegio di una vita scenica praticamente ininterrotta, essendo considerato durante tutto l’Ottocento l’opera per antonomasia e rappresentando di fatto una tappa obbligata nel repertorio dei più grandi interpreti e direttori del Novecento.

 

TRAMA

Atto primo

In una città della Spagna, davanti al palazzo del Commendatore, Leporello attende lamentandosi il suo padrone, Don Giovanni che è entrato nella casa per sedurre la figlia del Commendatore stesso, Donna Anna. Gran trambusto. Don Giovanni fugge inseguito dal vecchio, duella con lui e lo uccide. All’alba Giovanni si accinge ad altre imprese amorose. Appare Donna Elvira, da lui sedotta e abbandonata e sempre alla sua ricerca; Don Giovanni sfugge all’incontro e impone a Leporello di spiegare alla donna qual è la sua natura. Leporello legge alla dama il lungo catalogo delle conquiste del padrone. Successivamente il cavaliere si insinua in una festa di nozze contadina e si sente attratto dalla giovane Zerlina, promessa a Masetto. Leporello dovrà invitare tutti a un’altra festa a casa sua. Così accade e Zerlina sembra lusingata dalla corte del Signore, quando Elvira interviene a salvarla. Arriva anche Donna Anna con Don Ottavio: vogliono vendicarsi dell’assassinio del Commendatore e, ignari, chiedono aiuto a Don Giovanni. Ma c’è sempre Elvira a mandare in pezzi la situazione, rivelando ciò che le ha detto Leporello. Giovanni dice che Elvira è pazza, promette aiuto, però Anna riconosce la voce del suo aggressore. Mascherati, tutti i personaggi arrivano alla festa, dove Zerlina è vittima di un tentativo di rapimento da parte di Don Giovanni. La ragazza chiede aiuto e le maschere si rivelano, accusando il libertino e promettendogli la punizione del cielo.

Atto secondo

L’insaziabile seduttore ha escogitato un’altra avventura. Convince Leporello a sostituirlo presso Elvira, mentre lui si dedicherà alla cameriera: i due si scambiano le vesti. Ma Don Giovanni viene preso per Leporello dal furioso Masetto, che viene però da lui duramente bastonato. Leporello, scambiato per il padrone, sfugge a stento alla vendetta di tutti il gruppo dei nobili e dei paesani. Servo e padrone si incontrano poi nel cimitero, dove c’è la statua del Commendatore ucciso; mentre Don Giovanni racconta l’ultima avventura, di cui è stata vittima, a quanto pare, la stessa donna di Leporello, il Commendatore, con voce terribile, comincia a parlare. Don Giovanni obbliga Leporello a invitare a cena il Commendatore, quasi come un’estrema sfida. La statua accetta. Intanto Anna e Ottavio capiscono di essere innamorati e Ottavio giura ancora una volta di vendicare il padre di lei. Attiviamo così alla scena finale: Giovanni mangia. Maltratta Elvira che fa un estremo tentativo di indurlo al pentimento e riceve la visita del Commendatore. Il seduttore rifiuta ancora di pentirsi e viene inghiottito dall’inferno. Gli altri, sopraggiunti, commentano la storia e fanno la morale dell’opera.

Col magnifico libretto di Da Ponte, Mozart ha creato sul mito eterno di Don Giovanni una dei suoi capolavori, offrendo una visione epica del personaggio del grande libertino. Don Giovanni è visto in chiave demoniaca come lo sconfitto: è il fuorilegge braccato, che le forze della terra e del cielo insieme desiderano eliminare. Al dissoluto è affidata una parte violenta, forse la più violenta della storia dell’opera e al tempo stesso nobile. La musica si esprime in una caratterizzazione perfetta di situazioni e di tipi e a dispetto della classicità dell’autore diventa profezia del vicino romanticismo. Il prodigio del Don Giovanni sta nella coincidenza dei “numeri chiusi” con una storicità di fatti drammaturgicamente perfetta. Immensa tragedia, dove i personaggi da commedia (come Leporello) sono visti in una luce nuova, in un’amara rivolta contro il destino che vuole un ritorno all’ordine e la fine di un incubo.

(Mario Pasi e Guido Cavallera, “L’opera e le sue storie”, Ed. Curci)

L’opera ha inaugurato la 60esima edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto venerdì 30 giugno (replica domenica 2 luglio).

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